José Mourinho e il Chelsea si dicono addio e forse – questa sì – parrebbe davvero un “a mai più rivederci”. La notizia del secondo esonero ha fatto il giro del mondo, liberando la fantasia dei titolisti che si sono letteralmente sbizzarriti nell'anagrammare gli epiteti da sempre attribuiti a Mou, così che da Special One – sulle colonne del Mirror – è d'un tratto divenuto the Special Gone, “Lo Special andato”.
Mourinho per i tifosi del Chelsea non era un semplice allenatore, piuttosto un'istituzione, uno state of mind, un punto di riferimento che trascende la mera partita. Eppure, anche l'allenatore più pagato al mondo, non è risultato immune al verdetto del campo.
Quintultimo in classifica, con un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione, il Chelsea aveva bisogno di nuovi stimoli, di rimettere in discussione le gerarchie di una squadra che non era che una somma di individualità.
Con ogni probabilità starà a Guus Hiddink rimettere insieme i cocci rotti, ben consapevole che sostituire Mourinho non è mai semplice, ma quantomeno porta bene. Con l'eccezione di Rafa Benitez all'Inter, infatti, chi ha sostituito il portoghese tanto al Chelsea quanto al Real Madrid – parliamo di Avram Grant e Carlo Ancelotti – è poi arrivato a giocarsi la finale di Champions League, nel caso di Carletto pure vincendola.
Intanto un altro big è free agent e si presenta come la chiave di volta nella girandola di allenatori che – per un effetto domino trasversale a tutta Europa – potrebbe investire le panchine dei più grandi club del Vecchio Continente, portando a Londra uno tra Conte, Simone o Guardiola, anche se lo spagnolo sta flirtando da qualche tempo col Manchester City.
LP
Mourinho per i tifosi del Chelsea non era un semplice allenatore, piuttosto un'istituzione, uno state of mind, un punto di riferimento che trascende la mera partita. Eppure, anche l'allenatore più pagato al mondo, non è risultato immune al verdetto del campo.
Quintultimo in classifica, con un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione, il Chelsea aveva bisogno di nuovi stimoli, di rimettere in discussione le gerarchie di una squadra che non era che una somma di individualità.
Con ogni probabilità starà a Guus Hiddink rimettere insieme i cocci rotti, ben consapevole che sostituire Mourinho non è mai semplice, ma quantomeno porta bene. Con l'eccezione di Rafa Benitez all'Inter, infatti, chi ha sostituito il portoghese tanto al Chelsea quanto al Real Madrid – parliamo di Avram Grant e Carlo Ancelotti – è poi arrivato a giocarsi la finale di Champions League, nel caso di Carletto pure vincendola.
Intanto un altro big è free agent e si presenta come la chiave di volta nella girandola di allenatori che – per un effetto domino trasversale a tutta Europa – potrebbe investire le panchine dei più grandi club del Vecchio Continente, portando a Londra uno tra Conte, Simone o Guardiola, anche se lo spagnolo sta flirtando da qualche tempo col Manchester City.
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