Ha il destino nel nome “B come Beretta”, non ha colpe né meriti semplicemente il nuovo tecnico debutta come i due precedenti e cioè con una sconfitta che è la solita sconfitta. Perde anche a Verona contro una squadra alla quale bastava il pareggio e riesce a perdere perché la fame di chi si deve salvare proprio non ce l’ha. Gli ultimi della classe sono meritatamente ultimi, magari la manina di Rigoni poteva anche essere rigore ma la cosa che davvero stride con una realtà da poveracci è l’atteggiamento supponente e svagato di una squadra che nonostante tutto se la tira. Rispetto ad Arrigoni Beretta opta per occhiali neri e cravatta, sono gli unici cambi degni di nota. La berretta invece, con b miscola e due r la fa Lauro come un Karateca a braccio teso per prendere il secondo giallo e la via anticipata degli spogliatoi. Una partita che sarebbe finita 0-0 fosse durata 7 giorni vive così uno scrollino e l’agonia bianconera è spezzata dalla magnifica idea di Iaquinta brutalizzata dalla gamba rigida di Comotto. Dall’altra parte, nell’attesa di sapere cosa è, Pudil non è un difensore e lascia sfilare Moscardelli che si allunga per il gol decisivo. La reazione è la solita non reazione e se Lecce e Siena sgomitano e ci credono, è giusto se la giochino. Per Novara e Cesena una lunga serie di amichevoli di qui a maggio.
Roberto Chiesa
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