Se quello che conta è risultato l'Italia comincia la Confederation Cup con due vittorie, 6 punti e il biglietto per la semifinale già in tasca. Prandelli, con questi numeri zittisce anche i critici più convinti. Poco conta se nella notte il Giappone ha fatto soffrire oltre misura gli azzurri, che partono con un handicap quasi insopportabile. Primo goal su rigore regalato alla formazione di Zaccheroni, e realizzato dal cognome che più giapponese non c'è: Honda. Il raddoppio di Kagawa mette decisamente ansia ad una squadra spenta e trasandata come l'Italia. In questi casi ti può salvare solo un goal, che accorcia, prima dell'intervallo: puntuale spunta la testa di Daniele De Rossi. La rete del romanista rianima gli azzurri, che ad inizio ripresa ribaltano il Giappone. Il pareggio arriva grazie ad un autogoal di uno che si chiama Uchida, troppo facile trasformalo in “Suichida” mantenendo la desinenza del cognome. Poi ci pensa il “bad boy” Mario Balotelli a trasformare dagli undici metri per il 3-2 che ribalta l'allegra formazione del Sol Levante. Il Giappone non si perde d'animo e ci crede. Il grande coraggio degli avversari dell'Italia porta al 3-3 di Okazaki. L'esperienza, proprio nel finale di match, fa la differenza. Ed eccolo sbucare il folletto Giovinco che con freddezza mette alle spalle Kawashima e regala all'Italia una vittoria certamente insperata.
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
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