E il San Paolo diventa "Maradona"
Fuori un santo e dentro un uomo. Strepitoso, straripante anche nel suo essere peccatore eppure molto vicino a Dio. E comunque il nuovo padrone di casa. Lo stadio San Paolo di Napoli che compie 61 anni diventa lo stadio Diego Armando Maradona.
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Hanno più o meno la stessa età, come Diego gli anni li dimostra tutti e insieme hanno vissuto il momento più alto. Lo ha costruito Achille Lauro, battezzato Stadio del Sole, diventato San Paolo nel '63. Ha visto Maradona e questo basta, ma su questi gradoni scollacciati, ricoperti da seggiolini che ogni anno a fine campionato ne mancan la metà, il pubblico si assembrava (una vita fa si poteva) per vedere l'ultimo Sivori o il primo Zoff, Savoldi in fase calante o la Nazionale di Vicini battuta ai rigori proprio dall'Argentina che nel '90 quasi giocò in casa.
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Lo stadio Del Sole, poi San Paolo, poi Maradona, è decadente e affascinate, impraticabile e fatiscente nei tunnel che pare portino all'inferno e invece vanno solo agli spogliatoi. Ideato da Carlo Cocchia come la Stazione Centrale, la Mostra d'Oltremare e il nuovo policlinico. Era l'architetto che prima di Maradona ha portato Napoli nel mondo. La delibera del Sindaco De Magistris e firmata da tutta la Giunta è passata a tempo di record. Naturale fosse così. Con buona pace del povero San Paolo, difeso dalla curia un minimo sindacale e poi sacrificato volentieri sull'altare di Maradona.