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Fronte unito allenatori: ci vuole tecnologia in campo

27 nov 2012
Fronte unito allenatori: ci vuole tecnologia in campo
Tecnologia prima di tutto. Eliminare l’errore umano, spesso più determinante in un secondo che novanta minuti di partita. Una Academy per la classe arbitrale la seconda richiesta, un po’ come un centro di formazione professionale adibita alla preparazione tecnica dei direttori di gara. Rivedere qualche norma del regolamento, o quantomeno mettere in luce determinati spazi in ombra.
È quanto riporta un sondaggio tra gli allenatori, su un campione di diciannove paesi europei. Richieste avanzate da 69 allenatori su 100. Non noccioline. La rilevazione statistica cozza contro la muraglia innalzata dal presidente Fifa – Joseph Blatter – con l’appoggio nemmeno troppo celato del numero uno Uefa, Michel Platini. Salvaguardare il calcio dalle infiltrazioni tecnologiche: questo il modus agendi delle confederazioni calcistiche in questione.
Il tema “arbitri” è frequentemente affrontato anche nel resto d’Europa, non solo nella chiacchierata e chiacchierona Italia, che spesso vedono affibbiarsi l’etichetta di piagnucoloni.
Quello che diffusamente si chiede, però, non è l’esclusiva sulle lamentele post partita, bensì un salto di qualità, un innalzamento dell’asticella ideale che i direttori di gara – specialmente a determinati livelli – devono saper garantire.
E che se ne dica degli arbitri di porta, il problema contingente è più facilmente risolvibile con la tecnologia: i gol-fantasma, tanto per citare un esempio, non sarebbe più tale.

Luca Pelliccioni

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