
Il capitano ha 70 anni e l'aria di chi si è saputo divertire. Ha fatto con merito e profitto il mestiere che voleva e si è guadagnato un secondo tempo fuori dal campo altrettanto leggero e interessante. Eraldo Pecci, calciatore senza il fisico da calciatore, intelligente, arguto, compagnone. Uno di quelli che contava tanto da indossare spesso la fascia da capitano anche portando maglie che sanno di storia. Dal mare di Cattolica a Bologna e via un giro d'Italia che gli ha fatto toccare Torino, Firenze, Napoli e ancora Bologna. Toccare e vivere, perché Eraldo ha sempre voluto vivere le città, scoprirne il fascino, anche i difetti, e soprattutto le persone. Una carriera di primo livello, uno scudetto vinto col Toro, altri due sfiorati sempre in granata e con la Fiorentina. Il Mondiale d'Argentina. Sempre a disposizione del compagno, fosse Maradona o il ragazzino della Primavera. Eraldo aveva e ha per tutti una battuta e anche oggi arguto e irresistibile commentatore tv insegna ai giornalisti l'arte di non prendersi mai sul serio. E scrive libri, non li firma, li scrive proprio lui. E oggi son 70 anni di intelligenza ed ironia. A ricordare, e a parlare di futuro. Di un var che abolirebbe, di simulatori che non sopporta. 70 anni di tante vittorie e qualche sconfitta dopo la quale ha sempre dato la mano all'avversario.