Impianti nuovi, dollari e polemiche: così il Qatar aspetta il Mondiale
Ci sono tutti o quasi: il Brasile, il Belgio, l'Argentina di Messi e il Portogallo di Ronaldo. Ma anche Francia, Germania e Olanda. Insomma, quasi tutti, perché manca l'Italia. Il Qatar si prepara ad ospitare l'edizione più strana e controversa di una Coppa del Mondo che tra l'altro sarà anche l'ultima a 32 squadre l'ultima a 32 squadre, prima dell'ampliamento a 48. Il tabellone parte con una ferita, quella della partita tra Scozia e Ucraina che deciderà l'ultimo posto a tavola, rinviata a giugno sperando che qualcuno riesca a fermare la guerra. Il piccolo e ricco stato del Golfo, intanto, fa le cose in grande. Sette delle otto sedi sono state costruite o ricostruite di recente, mentre la metro ha riformato linee e inaugurato percorsi pronti ad accogliere tifosi da tutto il mondo. Quasi 900.000 biglietti per le partite della fase finale sono già stati acquistati. Ma l'assegnazione del Mondiale al Qatar non ha messo tutti d'accordo. Un Paese, quello ospitante, che ancora molto deve fare per i diritti umani, dal mondo del lavoro agli omosessuali. La Federcalcio norvegese ha fatto formale protesta, ma il dado era ormai tratto. Certo che per la prima volta in 50 chilometri quadrati ci sono tutti gli impianti e quindi per i tifosi c'è la possibilità di seguire più di un girone. E' una prova, forse. Sicuramente un'edizione senza precedenti e un'indicazione precisa della Fifa che non può più fare a meno della ricchezza dei paesi emergenti.
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