Come ogni favola, vera solo a metà, il Pordenone manca di scrivere l'ultima riga e lascia la Coppa Italia delle prime volte che non dimenticherà. La prima volta a San Siro, la prima volta contro l'Inter che per la prima volta non segna in casa, e pazienza se tutto resta incompiuto. Ci sono voluti i calci di rigore ad Inter a corrente alternata con rotazioni a volontà e anche un briciolo di paura. Perché lo 0-0 dopo la partita supplementari compresi ha buttato sui nerazzurri tutta la pressione di andare a prendere un risultato che, al cospetto dei calci di rigore, scontato non era più. Possesso pressoché ininterrotto per i padroni di casa, ma il Pordenone sa soffrire e godersi la sua serata spinto da 4.500 tifosi ed è anche la loro serata. Ramarri aggrappati alla storia e ai guanti del portiere Perilli, ma capaci anche con Magnaghi (30) di colpire un palo nel primo tempo. Ripresa con più Inter, ma grande disciplina ospite. Friulani bravi a non perdere le distanze e meritarsi un supplementare scosso di fatto solo dal palo di Maurito Icardi. La conclusione ai calci di rigore non basta, si va ad oltranza fino a Parodi che ciabatta il sogno che ormai era di tutta Italia su Padelli e Nagatomo che fa tirare all'Inter un sospiro di sollievo.
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