La Serie C verso il Consiglio Federale: tre le ipotesi sul tavolo
La C guarda con preoccupazione a lunedì quando il Consiglio Federale cercherà di mettere ordine in una categoria ormai scissa in mille rivoli dove a regnare sono incertezza e confusione. L'obiettivo primario, quello perseguito originariamente sul quale rischia di fondarsi la sfiducia al presidente Ghirelli di considerare chiusa la stagione, non esiste più. Che in qualche modo si debba tornare in campo pare ormai scontato e resta da capire come e chi giocherà.
L'indicazione del precedente Consiglio Federale, indicazione che per altro la maggioranza delle squadre rifugge, è quella di completare il campionato rinunciando tutt'al più a play off e play out. L'ipotesi spaventa e per la quantità di partite da dover giocare in poco tempo e per applicare il dovuto protocollo che in Lega Pro resta affare complicato. Più facile invece chiudere con la sola disputa della post season e cioè spareggi promozione e salvezza da giocarsi in gara singola a porte chiuse in casa dello meglio classificata. Se questa eventualità piace a chi dovrà giocarsi la serie B (ad esclusione delle prime classificate dei rispettivi gironi, promosse) crea finimondo in coda.
La retrocessione dell'ultima (nel caso del girone B il Rimini) non può essere accettata da squadre che avevano tutto il tempo e il diritto di potersela giocare. Ecco allora la terza via. Playout con anche l'ultima della classe interessata e salvezza diretta della quintultima. Passasse questa tesi, il Ravenna farebbe festa mentre una semifinale fratricida tra Imolese e Rimini decreterebbe la prima retrocessa spedendo la vincente a giocare la finale salvezza. Rigorosamente partita secca, rigorosamente in casa della meglio classificata, rigorosamente a porte chiuse. Non resta che aver pazienza fino a lunedì.