Nonostante la valanga di occasioni, nei 180' la Torres non riesce a segnare gol regolari e in semifinale va il Benevento. Al Sanna le Streghe fanno le barricate e tanto basta, con lo 0-0, sommato al successo interno, che vale l'incrocio con la Carrarese.
Sipario amaro per una Torres cui basterebbe una vittoria di misura per passare, cosa per la quale si attrezza fin da subito: 2' e l'errore di Ciciretti diventa assist per Diakité, destro a piazzarla e gran tuffo di Paleari. Subito dopo Antonelli ripropone l'angolo di Liviero e Scotto inzucca contro la traversa, a rimbalzo Zecca centra Simonetti e la palla schizza a Ruocco per un comodo tocco a rete. Ma non basta, perché Scotto era in fuorigioco e dunque l'azione era viziata ab origine.
Si riparte e Mastinu carica altissimo sullo scarico dalla fascia di Zecca, mentre al 22° Paleari è di nuovo miracoloso su Diakité, stavolta intercettandone il colpo di testa. L'estremo è tra i migliori in campo ed è attento anche nel recupero di frazione, quando alza il sinistro da fuori di Liviero.
Con la ripresa la gara va in ghiaccio fino al 70°: Zaccagno sale a chiudere sulla prima manifestazione di vita del Benevento, di là invece Giorico pennella e Idda fa sponda di testa per Diakité, che arpiona e, al terzo tentativo, riesce a battere Paleari. Ancora una volta però non vale per fuorigioco, in questo caso dell'uomo assist Idda al momento del lancio.
Con lo spegnersi della gara si accendono gli animi: su un mischione Zecca entra a piede a martello su Ferrante e si becca il rosso diretto. Stessa cosa dall'altra parte: Zaccagno esce alto sull'errore di Kujabi e Bolsius entra in scivolata dritto su Liviero, altro rosso diretto e parità numerica ripristinata.
Da qui si va alla fine del recupero, con la Torres alla disperata e Zaccagno che sale per gli ultimi piazzati: Diakité non inquadra di testa l'angolo di Giorico, la punizione successiva è un nulla di fatto e sul contropiede che segue Viscardi e Starita affondano a porta sguarnita. Nulla anche qui ma poco importa al Benevento, perché a fine azione il triplice fischio ne sancisce l'approdo in semifinale.