Lega Pro: botta e risposta tra AIC e Macalli
La riforma - prosegue Calcagno - si basava sul ritorno alla meritocrazia per innalzare il valore tecnico della Lega Pro anche nel rispetto di chi la domenica va allo stadio, così il progetto tecnico rischia di essere fallimentare. L'imposizione di un'età media in campo - sottolinea Calcagno - nulla ha a che vedere con la valorizzazione dei giovani calciatori". Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente Damiano Tommasi, impegnato in questi giorni nella visita ai ritiri delle squadre di serie A, insieme al direttore generale Gianni Grazioli. "Quando abbiamo approvato la riforma dei campionati, avevamo condiviso un ritorno alla meritocrazia con l'abolizione dell'obbligatorietà in campo. Con l'introduzione dell'età media (24 anni in Seconda divisione, 25 in Prima), si rischia di peggiorare la situazione. Non vorremmo trovarci nell'assurda ipotesi che in campo ci si vada solo per un calcolo matematico e non per meriti sportivi".
La replica di Mario Macalli Presidente Lega Pro:
"Mi si può dire tutto tranne che io non mantengo la parola. L'Aic può fare tutti gli scioperi che vuole ma la deve smettere di offendere". La risposta del presidente della lega Pro, Mario Macalli, dopo la minaccia dell'associazione calciatori ("I campionati di Lega Pro, Prima e Seconda Divisione, potrebbero non iniziare regolarmente") sul nodo degli incentivi, non si fa attendere. Ed è dura nei toni e nella sostanza: "Possono fare quello che vogliono, fare tutti gli scioperi che vogliono nella loro autonomia, ma non si permettano di dire che non abbiamo mantenuto la parola, non è mio costume". La Lega Pro, prosegue Macalli raggiunto al telefono, "non fa assolutamente nulla, ma applica delle direttive. Le società possono esprimere la loro opinione col voto e dire come utilizzare il 60% delle risorse, ma lo decidono loro non la Lega Pro e noi faremo quello che decideranno le società. La Lega non é abituata a mettere mano nei soldi degli altri, quindi la smettano di dare i numeri", incalza Macalli. "Prima c'erano gli incentivi federali e loro hanno fatto tutto e di più per bloccare questa regola. Adesso che ci sono dei mezzi finanziari che le società possono utilizzare, loro si permettono di dire come devono essere utilizzati. Io non tutelo nessuno, ma rappresento le società. Ricordo solo - conclude Macalli - che alcuni anni fa l'Aic chiedeva per gli incentivi l'età media, quando invece noi chiedevamo il minutaggio. Sono loro semmai abituati a cambiare idea e a dire cose strane"