Notizie come queste infiammano il web, arroventano telefoni, fanno la storia. Ma chi abbia a cuore il gioco del calcio sa che le dichiarazioni di Adriano Galliani mettono un paletto importante nella storia del pallone italiano. Certo nessuno pensava all'immortalità dell'Amministratore Delegato, ma il modo in cui ha lasciato il palcoscenico è sicuramente lontano dalle idee. Dietro le quinte scalpitava da tempo Barbara Berlusconi, da settimane era noto che i classici due galli nel pollaio non volevano starci. Non insieme. La vittoria a Glasgow in Champions non ha rasserenato gli animi, quello di Galliani si sentiva già tradito, maltrattato. “Bene il ricambio generazionale – ha detto all'ANSA – ma nel farlo ci voleva più eleganza”. Rigettati con veemenza i dubbi sulla sua gestione: “Il Milan ha chiuso il bilancio degli ultimi due anni in pareggio, altri hanno montagne di debiti”. Ha deciso di lasciare, con l'accordo o meno sulla buonuscita. Lo farà forse prima della sfida con l'Ajax, il prossimo 11 dicembre. “Ho subito un grave danno d'immagine – tuona Galliani. Mi chiamano grandi presidenti dall'estero, increduli per quel che sta succedendo, non riescono a capirlo”. E francamente non ci riusciamo nemmeno noi. Dopo 27 anni e 10 mesi la strade di Adriano Galliani e del Milan si separano. E lo fanno nella maniera che nessuno, in quel lasso di tempo, avrebbe mai immaginato. Certo è che chi sarà chiamato a sostituirlo dovrà confrontarsi con un'eredità ingombrante a dir poco.
LP
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy