Cambia la geografia del pallone. La Serbia spodesta il Brasile e sale per la prima volta sul tetto del mondo. Stiamo parlando del Mondiale Under 20 un segnale chiaro sul futuro che verrà. In Brasile si gioca sempre più un calcio Europeo, in Europa si intravvedono impronte sudamericane, è questo uno degli argomenti di valutazione che derivano da questa edizione Neozelandese del mondiale giovanile. La Nazionale balcanica stende in finale il Brasile dopo 120 minuti, i primi 90 si sono conclusi sull'1 a 1. Decisivo il goal di Nemanja Maksimovic al 118', appena in tempo per scongiurare i calci di rigore. Riavvolgendo il nastro, primi 45 conclusi sullo 0 a 0 anche grazie alle parate di Rajkovic ( portiere della Stella Rossa). La supremazia territoriale carioca resta sterile e i ribaltamenti di fronte serbi fanno male: è il minuto 70 quando Mandic porta avanti la sua nazionale. La gioia per aver sbloccato il risultato, dura poco perchè il gioiello del Manchester United Andreas Pereira in campo da pochi minuti pareggia. I supplementari vedono ingigantirsi le quotazioni del portiere serbo Rajkovic ( Guanto d'oro per distacco di questio mondiali), e quando tutto lasciava presagire che il mondiale si sarebbe deciso ai rigori, arriva al 118 la stoccata di Maksimovic: Serbia campione del mondo per la prima volta nella sua storia, Brasile che resta a quota 5. La finalina per il terzo - quarto posto è andata a Mali, battuto il Senegal per 3 a 1. Al di là del gradino più basso del podio, per la Nazionale africana, anche la grande soddisfazione di aver mostrato il miglior giocatore del torneo. Si chiama Adama Traore, non a caso cantera del Barcellona e autore di una doppietta contro il Senegal. Capocannoniere del torneo e Scarpa d'Oro, l'ucraino Viktor Kovalenk
L.G
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