Mondiali: il ct segue consigli di Messi. Confermato per l'Argentina il 4-3-3
Asado, tango e moltissime maglie biancocelesti. Belo Horizonte sembra diventata una città dell'Argentina e sono in trentamila i sostenitori di Messi e compagni che stanno convergendo verso la capitale 'mineira' per la partita di sabato contro l'Iran, dopo aver fatto la fortuna di bar, ristoranti e supermercati di Rio de Janeiro, invasa in occasione dell'esordio nel Mondiale al Maracanà contro la Bosnia. Si tratta di un esodo non sempre pacifico, come hanno dimostrato gli scontri a base di bottigliate con gruppi di sostenitori cileni anche loro nella Città Meravigliosa, e i carioca non ne sono stati felici, sia perché è gente che ama vivere e non la violenza, sia per il fatto che tutta questa marea di calciofili, in cui è nulla la presenza di donne, ha modificato l'immagine di una città di solito molto 'femmina'. Ma ciò che conta adesso è il calcio e una squadra, appunto l'Albiceleste, in cui comanda Messi, che non ne è più solo il capitano. Il tecnico Alejandro Sabella ha recepito il messaggio del suo numero 10, basta quindi con il 5-3-2 eccessivamente difensivo visto nel primo tempo contro Pjanic e compagni, e largo al 'team Messi' come lo chiamano qui, ovvero l'impronta offensiva di quel 4-3-3, con Higuain e Aguero nel tridente con la Pulce. Sabella lo ha provato a lungo nell'allenamento a porte chiuse di oggi, a cui i 'media' hanno potuto comunque assistere 'spiando' dopo essersi posizionati sulla collina del quartiere Jardim da Gloria, di fronte al centro tecnico dell'Atletico Mineiro. La formazione anti-Iran è praticamente fatta, a parte un piccolo dubbio Romero-Andujar per il ruolo di portiere. Per il resto, giocheranno Zabaleta, Garay, Fernandez, Rojo, Mascherano, Gago, Di Maria, Messi, Higuain, Aguero. E' un'Argentina che, come dice Messi, dovrà giocare "in verticale" cercando la profondità offensiva, mentre Sabella, ex allenatore in seconda del Parma, carica i suoi con citazioni che fanno il verso a quelle di John Kennedy ("la cosa migliore non è vedere ciò che la nazionale può fare per te, ma cosa puoi dare tu alla selezione") e si auto-smentisce citando Mao Tse-tung: "l'autocritica è segnale di debolezza? è vero l'avevo detto, ma solo perchè un ct non può far vedere di essere insicuro". Lui ha cambiato idea in nome del talento offensivo di Messi e di un'Argentina che deve guardarsi prima di tutto da se stessa, avendo come obiettivo minimo le semifinali. Anche questo lo ha detto Sabella, e in questo caso non ci saranno mutamenti d'opinione.
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