Non dite a Bisoli che il Cesena si è solo difeso. Perchè oltre a farlo incavolare, non corrisponde al vero. Gli ultimi venti minuti di un super Belardi a guardia del forte vanno bilanciati con un'ora giocata a viso aperto e con quella personalità spesso invocata e che mai in trasferta i bianconeri avevano mostrato. Quando andava sotto, il Cesena, moriva lì. Ecco perchè in tanti potevano pensare che il bucaniere Granoche si è infilato nella marcatura un po' allegra di Ceccarelli di fatto la Romagna sarebbe salita sul pullman. E invece è salita in cattedra, perchyè Bisoli rinuncia (o boccia) Djokovic dopo 28 minuti e chiede la qualità di Defrel, ma soprattutto inverte fli esterni e D'Alessandro come spesso succede è devastante. Prima nel servire ad un Lapadula sempre generoso e in crescita incoraggiante, poi nel recupero del primo tempo quando uccide Trevisan e arma ancora l'ex San Marino, che preferisce lucidare per Succi. Il primo gol su azione del bomber ritrovato è un salto di qualità per tutta la squadra che nel secondo tempo regge “l'avanti coi carri” di Pea, ma che prova anche a ripartire. Certo Belardi ci mette del suo e quando non può nulla nemmeno lui si allea con palo che schiocca sordo e beffardo in faccia al violino dell'imprendibile Cutolo. Ma erano già gli ultimi 20 minuti, quelli nei quali Bisoli aveva deciso che il saldo di un punto e le poche energie valevano bene quel po' di trincea.
Roberto Chiesa
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