Nell'ultimo venerdì di febbraio si terranno le presidenziali FIFA più attese e criptiche di sempre. Registrato il passo indietro - annunciato - di Michel Platini, che penserà a difendersi, è il momento per i candidati di presentarsi personalmente e in termini programmatici. Il Principe giordano Ali ibn al-Husayn reputa si sia arrivati ad un punto di svolta:
"Credo sia l'ultima occasione per poter salvare la FIFA. É necessario fare un passo indietro, puntare verso una struttura migliore. Il mio obiettivo principale sarà quello dello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di idee fresche, persone nuove, pensieri rinnovati e un'ondata di nuove modalità di relazionarsi col mondo".
Homo novus, però, l'emiro non lo é: il Principe Ali è infatti parte del Comitato Esecutivo della FIFA dal 2011, ma sulla sua integrità morale e comportamentale garantisce in prima persona, come del resto fanno - sottolinea - i suoi precedenti.
"Sono nel Comitato Esecutivo dal 2011 e le mie esperienze precedenti parlano per me in termini di condotta; voglio dimostrare sia possibile portare il cambiamento anche al vertice della FIFA. Se non ci mettessimo a posto ora, ci sarebbe una forte spinta verso una deriva che nessuno vorrebbe".
É però il momento giusto per arrivare ad una votazione così delicata, con i vertici storici dell'organizzazione implicati in indagini ancora pendenti ed in attesa di giudizio definitivo?
"C'è chi dice non sia il momento giusto per le elezioni? É l'esatto opposto. Non possiamo buttar via un altro anno, dobbiamo tornare a far girare la macchina del calcio, intervenendo in primis sulla leadership che dovrà prendersi la responsabilità totale di quanto avviene nell'organizzazione".
Qualcuno si chiede se il Principe Ali sia effettivamente integro e come si ponga nei confronti della leadership che ha portato a questa catastrofe organizzativa in seno alla FIFA.
"Scheletri nell'armadio non ne ho: sono la persona giusta per questo lavoro, i miei precedenti possono dimostrarlo. Credo che la cosa più importante, una volta che – mi auguro – sia stato eletto, sia essere giudicato per le mie azioni; fatelo perché nella mia idea di FIFA il presidente deve assumersi le responsabilità proprie e dell'organizzazione intera. Sono totalmente proiettato al futuro, non voglio parlare di Blatter e del passato. Credo siano tempi estremamente critici per il calcio mondiale e non solo per le singole persone".
LP
"Credo sia l'ultima occasione per poter salvare la FIFA. É necessario fare un passo indietro, puntare verso una struttura migliore. Il mio obiettivo principale sarà quello dello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di idee fresche, persone nuove, pensieri rinnovati e un'ondata di nuove modalità di relazionarsi col mondo".
Homo novus, però, l'emiro non lo é: il Principe Ali è infatti parte del Comitato Esecutivo della FIFA dal 2011, ma sulla sua integrità morale e comportamentale garantisce in prima persona, come del resto fanno - sottolinea - i suoi precedenti.
"Sono nel Comitato Esecutivo dal 2011 e le mie esperienze precedenti parlano per me in termini di condotta; voglio dimostrare sia possibile portare il cambiamento anche al vertice della FIFA. Se non ci mettessimo a posto ora, ci sarebbe una forte spinta verso una deriva che nessuno vorrebbe".
É però il momento giusto per arrivare ad una votazione così delicata, con i vertici storici dell'organizzazione implicati in indagini ancora pendenti ed in attesa di giudizio definitivo?
"C'è chi dice non sia il momento giusto per le elezioni? É l'esatto opposto. Non possiamo buttar via un altro anno, dobbiamo tornare a far girare la macchina del calcio, intervenendo in primis sulla leadership che dovrà prendersi la responsabilità totale di quanto avviene nell'organizzazione".
Qualcuno si chiede se il Principe Ali sia effettivamente integro e come si ponga nei confronti della leadership che ha portato a questa catastrofe organizzativa in seno alla FIFA.
"Scheletri nell'armadio non ne ho: sono la persona giusta per questo lavoro, i miei precedenti possono dimostrarlo. Credo che la cosa più importante, una volta che – mi auguro – sia stato eletto, sia essere giudicato per le mie azioni; fatelo perché nella mia idea di FIFA il presidente deve assumersi le responsabilità proprie e dell'organizzazione intera. Sono totalmente proiettato al futuro, non voglio parlare di Blatter e del passato. Credo siano tempi estremamente critici per il calcio mondiale e non solo per le singole persone".
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