10 punti in 13 partite, una sola la vittoria. È facile fare i conti: il Rimini di D’Angelo non vince dal 23 settembre quando al Neri è caduto il Valle d’Aosta. Da allora, tabula rasa.
E se i tifosi da più di due mesi invocano i tre punti, o quanto meno una prestazione agonisticamente cattiva e prepotente, perché sei il Rimini, l’avvio in casa dell’Alessandria è sconcertante.
Mora serve di testa Fanucchi che ha tutto il tempo di battere Semprini da dentro l’area con un pallonetto al bacio. Il tutto dopo 24 secondi. Il Rimini è tramortito e la prima conclusione – tutt’altro che perentoria – arriva solo al 23simo. Più concreti i grigi un minuto dopo: Motta pesca l’ex di turno Degano che trova i guantoni di Semprini.
Sul fronte opposto Spighi è sempre tra i migliori: alla mezzora Valeriani non riesce a tramutare il suo suggerimento in gol. Ancora Spighi sulla destra, tiene a bada un paio di avversari e crossa per Morga che, nonostante le attenzioni di Cammaroto, riesce a girare in porta. Sul finale di frazione il cross arriva dalla parte opposta: Valeriani si coordina, ma il gol da copertina non va in stampa.
60 secondi dopo azione fotocopia: Valeriani questa volta in tuffo. Barbagli, schiena al pallone, tocca nettamente con la mano. Il direttore di gara non se ne avvede e lascia continuare.
L’approccio non è il fiore all’occhiello del Rimini, che dopo 12 minuti della ripresa incassa il raddoppio. Gambaretti innescato da Fanucchi mette al centro per Degano che, in barba al curriculum, punisce gli ex compagni con un gol da vedere e rivedere. Complimenti al fantasista Alessandrino, ma dove volesse andare Semprini nell’occasione non è dato saperlo.
Rimini all’arma bianca: sugli sviluppi di un corner si rinnova il duello tra Valeriani e Servili. Ad uscirne vincitore è ancora l’estremo grigionero.
Al 21’ il neo entrato Palazzi mette un gran pallone nel cuore dell’area: Baldazzi con troppa sufficienza, il suo destro è fuori. Un minuto ancora e Palazzi pesca Valeriani. Gambaretti in anticipo sfiora il clamoroso autogol.
Si rivede Spighi: al 24’ il suo traversone si trasforma in tiro, Servili è battuto ma ancora i legni grigioneri si oppongono alla rimonta del Rimini.
Si rivede in campo Taddei, per lui poco più di un quarto d’ora per riassaggiare il campo di gioco. Mora non perde tempo coi “bentornato” e si divora il gol ammazza partita su traversone dell’infaticabile Gambaretti.
Taddei dimostra che il piede è guarito: punizione dai 30 metri che Servili deve accompagnare lateralmente. Al 90’ il gol della bandiera: punizione di Zanigni sporcata da Morga. Il più lesto di tutti è Andrea Brighi che mantiene la freddezza necessaria a battere Servili.
Un Rimini in difficoltà, soprattutto in termini di classifica. Secondo D’Angelo i suoi hanno fatto la partita e l’Alessandria l’ha vinta. Un sintesi un po’ troppo semplicistica per una situazione che sta assumendo le tinte tragicomiche di una stagione iniziata per sbaragliare la concorrenza e che rischia di trasformarsi nel più clamoroso dei flop.
Luca Pelliccioni
E se i tifosi da più di due mesi invocano i tre punti, o quanto meno una prestazione agonisticamente cattiva e prepotente, perché sei il Rimini, l’avvio in casa dell’Alessandria è sconcertante.
Mora serve di testa Fanucchi che ha tutto il tempo di battere Semprini da dentro l’area con un pallonetto al bacio. Il tutto dopo 24 secondi. Il Rimini è tramortito e la prima conclusione – tutt’altro che perentoria – arriva solo al 23simo. Più concreti i grigi un minuto dopo: Motta pesca l’ex di turno Degano che trova i guantoni di Semprini.
Sul fronte opposto Spighi è sempre tra i migliori: alla mezzora Valeriani non riesce a tramutare il suo suggerimento in gol. Ancora Spighi sulla destra, tiene a bada un paio di avversari e crossa per Morga che, nonostante le attenzioni di Cammaroto, riesce a girare in porta. Sul finale di frazione il cross arriva dalla parte opposta: Valeriani si coordina, ma il gol da copertina non va in stampa.
60 secondi dopo azione fotocopia: Valeriani questa volta in tuffo. Barbagli, schiena al pallone, tocca nettamente con la mano. Il direttore di gara non se ne avvede e lascia continuare.
L’approccio non è il fiore all’occhiello del Rimini, che dopo 12 minuti della ripresa incassa il raddoppio. Gambaretti innescato da Fanucchi mette al centro per Degano che, in barba al curriculum, punisce gli ex compagni con un gol da vedere e rivedere. Complimenti al fantasista Alessandrino, ma dove volesse andare Semprini nell’occasione non è dato saperlo.
Rimini all’arma bianca: sugli sviluppi di un corner si rinnova il duello tra Valeriani e Servili. Ad uscirne vincitore è ancora l’estremo grigionero.
Al 21’ il neo entrato Palazzi mette un gran pallone nel cuore dell’area: Baldazzi con troppa sufficienza, il suo destro è fuori. Un minuto ancora e Palazzi pesca Valeriani. Gambaretti in anticipo sfiora il clamoroso autogol.
Si rivede Spighi: al 24’ il suo traversone si trasforma in tiro, Servili è battuto ma ancora i legni grigioneri si oppongono alla rimonta del Rimini.
Si rivede in campo Taddei, per lui poco più di un quarto d’ora per riassaggiare il campo di gioco. Mora non perde tempo coi “bentornato” e si divora il gol ammazza partita su traversone dell’infaticabile Gambaretti.
Taddei dimostra che il piede è guarito: punizione dai 30 metri che Servili deve accompagnare lateralmente. Al 90’ il gol della bandiera: punizione di Zanigni sporcata da Morga. Il più lesto di tutti è Andrea Brighi che mantiene la freddezza necessaria a battere Servili.
Un Rimini in difficoltà, soprattutto in termini di classifica. Secondo D’Angelo i suoi hanno fatto la partita e l’Alessandria l’ha vinta. Un sintesi un po’ troppo semplicistica per una situazione che sta assumendo le tinte tragicomiche di una stagione iniziata per sbaragliare la concorrenza e che rischia di trasformarsi nel più clamoroso dei flop.
Luca Pelliccioni
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