San Marino: l'analisi del dopo Piacenza

San Marino: l'analisi del dopo Piacenza.
Che il risultato in Italia faccia opinione è tema diffuso. E se ancora saltano allenatori a poche giornate dalla fine, vedi Forlì, giusto o sbagliato che sia, un motivo ci sarà. Dopo i 7 punti consecutivi e grandi segnali, abbiamo fatto notare come il San Marino stesse reagendo da tutti i punti di vista: tattico, tecnico, caratteriale. La prestazione -attenzione-, la prestazione, non il risultato del Garilli fa tornare tutti con i piedi per terra. Il San Marino gioca forse una delle peggiori partite della stagione nella gara meno indicata per farlo. L'impressione è stata quella di una squadra bellina senza mordente dove sarebbe stato necessario tutto un altro approccio, dove sarebbe stato necessario dimostrare di avere la testa rivolta verso l'obiettivo. Ripetiamo. A Piacenza, in questo momento non è uno scandalo perdere, lo hanno fatto in successione Grosseto, Pistoiese e Reggiana solo in questo girone di ritorno, è però scandaloso perdere a Piacenza come ha perso il San Marino per almeno un'ora in balia dell'avversario con Caio Secco notevole saracinesca. Preoccupante, molto preoccupante il fatto che il Titano abbia strappato la miseria di 4 pareggi fuori casa: Ascoli, L'Aquila, Carrara e Ferrara. Prato e San Marino sono gli unici due club a non aver ancora fatto blitz esterni. E sabato per il Titano, c'è un'altra trasferta delicata al Del Conero di Ancona. Tazzioli, ha dichiarato alla vigilia di Piacenza, che la gara anche in caso di sconfitta, non sarebbe stata decisiva, e nei fatti è così, tuttavia i punti di distacco dai play out sono adesso 4, e non 2, e le partite al termine sono 10. Il tecnico continua ad essere ottimista e non potrebbe che essere altrimenti, ma è chiaro che Ancona diventa una stazione decisiva: tornare a casa senza punti anche dal Del Conero potrebbe non venir digerito da Luca Mancini. Una retrocessione, a cui nessuno vuole pensare, non sarebbe una macchia solo per il Presidente, ma a pagarne le conseguenze sarebbe anche il settore giovanile della Federazione Gioco Calcio che non avrebbe più la possibilità di partecipare ai campionati professionistici.

L.G

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