Mario Petrone, ha costruito una struttura di cemento armato, in grado di restare in piedi senza crepe, anche sotto l’effetto di scosse telluriche di una certa entità. L’equilibrio si spezza a 10 minuti dalla fine del primo tempo, quando Manuel De Santis commette l’ingenuità: doppio giallo e San Marino in 10 sullo 0-0, e davanti, il Treviso, terza forza del campionato, mai uno stop in trasferta. Se questo non bastasse per identificare il coefficiente di difficoltà nella quale si è trovata la formazione biancoazzurra, aggiungiamo, che per acciacchi vari sono rimasti ai box, Chiaretti, Pieri che ci resteranno fino alla fine del campionato, poi ancora Vivan, Crivello e Lapadula. Il capolavoro nasce proprio qui, nel momento dell’inferiorità numerica, la squadra non arranca, anzi comincia a mordere l’avversario, lo sfianca, grazie ad una condizione fisica perfetta: ciò significa che Petrone, non è solo, ma si appoggia su uno staff tecnico estremamente competente. Il San Marino sopperisce all’inferiorità numerica con il dinamismo. Troppo diverso il passo e i veneti soffrono per tutto il secondo tempo non riuscendo mai a sfruttare l’uomo in più. Poi il calcio è fatto di episodi: in cinque minuti si passa dal palo colpito dalla squadra di Zanin, al rigore che Davide Poletti, senza alcuna esitazione si incarica di battere, per spedire il San Marino in scia delle battistrada, ieri stoppate pesantemente.
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