Nelle ultime tredici giornate il San Marino ha messo in cantiere qualcosa come 32 punti su 39 disponibili. 10 vittorie, 2 pareggi e 1 sola sconfitta. Numeri record per una squadra capace di una rimonta epica. Il Titano adesso, è a soli 5 punti dalla vetta, occupata, dal Rimini atteso all’Olimpico il prossimo 7 marzo alle 15, diretta su Rai Sport. Dati i meriti ad una cavalcata inarrestabile, le grandi squadre spesso vincono anche quando la partita dovrebbe girare completamente in un altro modo. Nicola Campedelli ha preparato molto bene il derby, memore della gara di andata. Il tecnico ha imparato la lezione, e riesce ad arginare nel migliore dei modi le fonti di gioco di Petrone. Il Bellaria, inoltre, va vicino al goal più volte nei primi 25 minuti, stoppato, dalla propria imprecisione e da un Mattia Migani che sta crescendo a vista d’occhio. Nel momento migliore del Bellaria, il San Marino punge : cinismo e concretezza sono aggettivi che spesso si accostano alle grandi. Nella ripresa sale in cattedra Verdenelli di Foligno. Il fallo di D’Antoni su Forte è da espulsione diretta, al centroavanti sarebbe andata bene se il direttore di gara avesse estratto il secondo giallo. D’Antoni graziato, Petrone giustamente lo toglie e il San Marino resta in 11, quando la chiara circostanza doveva originare l’inferiorità numerica, e la partita, al settimo minuto del secondo tempo, sarebbe cambiata. Questo è l’episodio chiave, perché la punizione da cui scaturisce il goal di Lapadula, che ovviamente non c’è, Buda interviene nettamente sul pallone, è pur sempre una punizione, non un rigore. L’espulsione di Alessandro Fogacci è la conseguenza di una giornata assurda, di una terna inadeguata. Campedelli schiuma di rabbia. Petrone, che sta dimostrando con i fatti di essere un ottimo allenatore, ha perso nel dopo partita di ieri , la grande occasione per rivelarsi anche un grande comunicatore. L' analisi del lunedì di Lorenzo Giardi
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