Premessa doverosa. Il San Marino non meritava di perdere, il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto perchè anche la Pro Patria ha avuto diverse occasioni, ma se avesse vinto nessuno avrebbe potuto dire nulla, il Titano ha mostrato un buon calcio. 1-X- 2, tutte le partite di calcio si chiudono con una di queste tre possibilità, ma se per fare un esempio Lecce – Barletta è finita 0 a 0, con il Lecce che ha colpito un palo, ha collezionato 14 angoli a 0, e ha chiesto 3 rigori, gara a senso unico, San Marino – Pro Patria è stata una partita in cui la pallina impazzita poteva fermarsi su qualsiasi risultato. Alla fine è andata a finire sul 2, con la Pro Patria che ha capitalizzato con l'ex di turno, Nossa. Detto questo, si rendono necessarie alcune considerazioni tattiche. Il San Marino non ha Francesco Totti e non è la Roma, a lungo andare giocare dall'inizio senza punte di ruolo può pesare. Anche ieri nei primi 45 minuti, De Argila ha schierato Lolli e Gavilan, larghi, con Del Piero finto centroavanti. Risultato: la profondità l'hanno avuta gli ospiti con Serafini capace di allungare la squadra. Seconda considerazione. Davide Poletti. Da solo ha devastato la Pro Patria e De Argila lo sta utilizzando come faceva Carletto Parola con Josè Altafini ( Juventus 74-75), con la differenza che Altafini all'epoca aveva 38 anni, Poletti solo 32. Per fare un Poletti ci vogliono 12 Lolli, lo sa anche il tecnico di Oviedo, che ha la fortuna di averlo in squadra, e sarebbe il caso di farlo giocare dall'inizio. Ultima considerazione la difesa. Fogacci e Bamonte possono fare tutto fuorchè rincorrere avversari veloci. Continuando a giocare con la difesa così alta, con giocatori con quelle caratteristiche, significa esporsi a grossi rischi. Nell'anno in cui anche Sky manda in onda gli HightLight di Prima e Seconda Divisione, non sarà difficile per gli allenatori avversari capire come sorprendere il San Marino. Infine, le soste, da tradizione, sono sempre state indigeste a tutti gli allenatori seduti sulla panchina biancoazzurra.
Lorenzo Giardi
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