San Marino, lo sfogo del presidente: "Ho sempre ritenuto Petrone il più grande motivatore che ci sia. Lunedì, invece, era spento"
Dopo il posticipo di lunedì, con quel gol di Alessandro Cesca a regalare il primo dispiacere all'Olimpico di San Marino, caduto una sola volta nell'arco dell'intera stagione passata, il presidente Danilo Pretelli non usa mezzi termini per esprimere la sua amarezza.
"È stata una sconfitta imbarazzante" - ha detto il numero uno biancazzurro a caldo. Sembrava uno sfogo dettato dal momento, dalla situazione contingente di una squadra abituata a tessere le proprie fortune tra le mura amiche e che invece ha ceduto ad un avversario abbordabile.
E invece il presidente stava già valutando con una certa prospettiva: "Quando ho detto quelle parole ero lucidissimo - aggiunge - dopo una ventina di minuti avevo capito come sarebbe andata a finire. Non posso accettare questo genere di prestazioni, non connaturate al livello del gruppo che abbiamo costruito con grandi sforzi".
Una condizione anche mentale, visto che il vertice societario del Titano sottolinea come "Nella scorsa stagione, dopo sei sconfitte consecutive di cui l'ultima nel derby col Rimini, non ho mai espresso malumori. Questo perchè in campo vedevo undici leoni e in panchina un grande condottiero. In queste quattro giornate - prosegue il presidente - sto vedendo un gruppo senza bava alla bocca, senza voglia di buttare il cuore oltre l'ostacolo. E lo stesso discorso vale per l'allenatore, come non credesse più nel gruppo".
Si ferma un attimo prima il presidente, che precisa: "Io non esonero nessuno, ne ho già esonerati troppi ai tempi del Real Rimini. Dico solo di aver già vissuto un'esperienza devastante, con una retrocessione che ancora oggi non mi spiego. Oggi mi rivedo molto in quella situazione e non voglio fare la stessa fine".
Luca Pelliccioni