A San Siro l'Italia e Ventura si giocano la Russia e la faccia

A Gian Piero Ventura non sono bastati neanche gli ultimi, imbarazzanti risultati per capire ciò che appare logico e lampante a tutto il Paese, ossia che questa Italia s'ha da schierare col 4-3-3. Si va avanti col 3-5-2, con Gabbiadini – in netto vantaggio su Eder – a far compagnia a Immobile, in barba a Belotti. A centrocampo dentro Jorginho e Florenzi al posto di Verratti – squalificato – e De Rossi, con loro Parolo e, sulle fasce, il duo Candreva-Darmian. Dietro ovviamente Buffon e la triade Barzagli-Bonucci-Chiellini, principale causa degli obrobri tattici degli ultimi anni.

L'Italia non resta fuori da un torneo internazionale dai tempi di Euro92, se si guarda solo i Mondiali invece sarebbe la seconda mancata qualificazione in assoluto dopo quello del 1958. Che guarda caso si tenne in Svezia, che stasera dovremo battere con almeno due gol di scarto: con l'1-0 si va ai supplementari, in tutti gli altri casi si è fuori. Ventura contro i vichinghi e contro il buonsenso, che vorrebbe in campo Insigne ed El Shaarawy, i più talentuosi e i più in forma insieme al centravanti laziale. Invece vanno in panca, sacrificati a causa delle idee del CT. Che rischia di essere l'artefice di uno dei più grandi fallimenti della storia azzurra: ovviamente il passaggio del turno azzererebbe il tutto e, anche se non gli darebbe ragione, perlomeno gli negherebbe il torto.

RM

Nel servizio le parole di Gian Piero Ventura e di Gianluigi Buffon, CT e capitano dell'Italia.

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