Serbia - Albania, è un caso diplomatico
Non hanno tardato ad arrivare le reazioni dalla Serbia: il Ministro degli esteri Ivica Dacic ha parlato di “provocazione politica premeditata” e sostiene di essere molto curioso di vedere come reagiranno l'Unione Europea e la Uefa di fronte ai fatti di Belgrado. Più o meno sulla stessa lunghezza d'onda il ministro dello sport serbo Vanja Udovicic che ha definito l'incidente con la bandiera della Grande Albania una “ perfida provocazione di estremisti albanesi”.
A Tirana, centinaia di tifosi in piazza di fronte ai maxi schermi, sventolano bandiere albanesi, ne bruciano qualcuna serba e urlano slogan. Tutti sono in attesa delle decisioni dei vertici del calcio europeo, ma anche di sapere cosa faranno i capi di governo di Tirana e Belgrado. Il 22 ottobre è prevista la visita ufficiale del Premier albanese a Belgrado, la prima dal 1948. Dopo i fatti di martedi qualcuno dubita della conferma del viaggio. Queste le reazioni. Ma cosa è successo di preciso al 41esimo del primo tempo del match Serbia – Albania? Un drone pilotato vola sul Partizan Stadium con agganciata una bandiera nera con una forma rossa ( quella dell'Albania etnica per cui ci si batte dalla fine del 1800), due facce (sono quelle dei politici – eroi albanofoni Boletini e Qemali) e una scritta: “Autoctoni”. Qualcuno dice non una semplice provocazione ma un vero e proprio affronto se consideriamo che la Serbia non riconosce l'autonomia del Kosovo. Il difensore serbo Mitrovic afferra la bandiera, nemmeno il tempo di rigirarla che gli piombano addosso gli albanesi Xhaka e Lila. È il caos. Il Direttore di gara l'inglese Atkinson sospende. A sera inoltrata alcuni media serbi diffondono la notizia dell'arresto di Orfi Rama, fratello del premier albanese: sarebbe accusato di aver pilotato personalmente il drone da una Chiesa vicina allo stadio. Siamo di fronte ad un grosso caso diplomatico
L.G