Smaltiti i bagordi natalizi, la Serie D si rimette in moto per la prima del ritorno, una camminata lunga 17 giornate alla quale il Girone F si presenta zoppo. Rispetto all'andata non ci sarà più il disastrato Chieti, dichiarato fallito lo scorso 14 dicembre e quindi radiato dalle competizioni della FIGC. Un'avventura apparsa fin da subito grottesca, quella degli abruzzesi nel campionato 2016-17: squadra infarcita di giovani – contro il San Marino il più vecchio dell'11 aveva 22 anni – competitività ai minimi termini e solo un punto in 16 gare. Il tutto accompagnato da un bel -1 in classifica, frutto di 2 punti di penalità per aver disertato il primo match post-fallimento con l'Alfonsine.
Così, mentre fioccano i ricorsi di ex tesserati a caccia di quei compensi dovuti ma mai ricevuti, il campionato si organizza per far fronte alla defezione degli abruzzesi. D'ora in avanti chi per calendario dovrebbe affrontare il Chieti vincerà automaticamente 3-0 a tavolino. In più, il fallimento è arrivato alla vigilia dell'ultima gara del girone di andata, che quindi il Chieti non ha completato. Perciò saranno riscritti i risultati di tutte le partite sin qui disputate dai neroverdi, con la Lega che assegnerà retroattivamente all'avversario di turno la vittoria per 3-0, a meno che sul campo il passivo non sia stato superiore. Per una classifica che, tutto sommato, cambia poco: a guadagnarci è l'unica squadra a non essere riuscita a battere gli abruzzesi, cioè il Monticelli. Che si prende due punti, sale a 24 e soffia l'8° posto alla Jesina.
La lenta agonia del club inizia con la retrocessione del 2014, arrivata dopo 27 anni di C brevemente interrotti solo dal fallimento del 2006. Una stagione e il presidente Walter Bellia cede al romano Giorgio Pomponi, che nonostante i debiti promette addirittura la B e ingaggia Aldair come direttore dell'area tecnica. Le cose però non vanno come sperato e la scorsa estate ecco un altro cambio al timone, passato al concittadino Mauro Giacomini.
Il closing definitivo però arriva solo a settembre, la squadra si presenta ai nastri di partenza praticamente senza aver fatto mercato e, di conseguenza, non è in grado di competere. Con la retrocessione ormai certa precipita anche la situazione economica, con gli esiti di cui s'è detto.
RM
Così, mentre fioccano i ricorsi di ex tesserati a caccia di quei compensi dovuti ma mai ricevuti, il campionato si organizza per far fronte alla defezione degli abruzzesi. D'ora in avanti chi per calendario dovrebbe affrontare il Chieti vincerà automaticamente 3-0 a tavolino. In più, il fallimento è arrivato alla vigilia dell'ultima gara del girone di andata, che quindi il Chieti non ha completato. Perciò saranno riscritti i risultati di tutte le partite sin qui disputate dai neroverdi, con la Lega che assegnerà retroattivamente all'avversario di turno la vittoria per 3-0, a meno che sul campo il passivo non sia stato superiore. Per una classifica che, tutto sommato, cambia poco: a guadagnarci è l'unica squadra a non essere riuscita a battere gli abruzzesi, cioè il Monticelli. Che si prende due punti, sale a 24 e soffia l'8° posto alla Jesina.
La lenta agonia del club inizia con la retrocessione del 2014, arrivata dopo 27 anni di C brevemente interrotti solo dal fallimento del 2006. Una stagione e il presidente Walter Bellia cede al romano Giorgio Pomponi, che nonostante i debiti promette addirittura la B e ingaggia Aldair come direttore dell'area tecnica. Le cose però non vanno come sperato e la scorsa estate ecco un altro cambio al timone, passato al concittadino Mauro Giacomini.
Il closing definitivo però arriva solo a settembre, la squadra si presenta ai nastri di partenza praticamente senza aver fatto mercato e, di conseguenza, non è in grado di competere. Con la retrocessione ormai certa precipita anche la situazione economica, con gli esiti di cui s'è detto.
RM
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