Si decide agli estremi la sfida del Picchi che apre la diciannovesima giornata di campionato. Amauri trascina la squadra di Donadoni all'ottavo risultato utile consecutivo, mettendo a segno il suo terzo gol nelle ultime due giornate. Ad aprire la marcature Raffaele Palladino, che dopo meno di due minuti sfrutta a dovere il traversone dal fondo di Biabiany battendo Bardi con un pregevole mancino al volo. La sfida corre poi sul filo dell'equilibrio, con buone occasioni per parte. Nella ripresa la trazione offensiva del Livorno non porta frutti, causa Mirante: ottimo su Piccini, è stratosferico sulla "bastonata" di Emerson dalla lunga distanza. Di là il Parma non sfrutta gli spazi fino all'86', quando arriva il contropiede buono: Gobbi cede a Sansone la palla del 2-0, ma Bardi respinge proprio sui piedi di Gobbi che a porta vuota colpisce il palo. La sfera arriva così tra i piedi di Amauri che raddoppia. Di lì a cinque minuti un'iniziativa del terzino ducale Mendes porta al calcio di rigore per netto fallo di Emerson. Dal dischetto Amauri trova la sua personale doppietta che con ogni probabilità mette termine all'avventura di Nicola sulla panchina granata.
Nel serale del sabato l'avvicendamento tra due nuovi corsi, quelli Reja alla Lazio - reduce dall'1-0 sull'Inter - e di Ballardini, appena arrivato alla guida dei rossoblù, chiamati ad una reazione anche dalla curva. Le occasioni, però, si contano sulle dita di una mano. Di Rolando Bianchi l'unica del primo tempo, con un bel colpo di tacco a chiudere un'azione di rimessa avviata da Morleo e passata per le giocate di prima intenzione di Diamanti, Konè e Garics.
Bocciato il giovane Felipe Anderson, che Reja lascia negli spogliatoi per Keita. Il giovanissimo laziale avvia la migliore azione ospite, scaricando su Candreva il cui cross pesca Klose tutto solo sul secondo palo. La conclusione mancina - da due passi - non centra però lo specchio. Immediata reazione felsinea, che di lì alla fine ci proverà con più convinzione degli avversari: ancora un'iniziativa di Diamanti libera il mancino da dentro l'area di Konè che batte Berisha ma non centra la porta. L'ultima emozione di una partita da sbadigli.
LP
Nel serale del sabato l'avvicendamento tra due nuovi corsi, quelli Reja alla Lazio - reduce dall'1-0 sull'Inter - e di Ballardini, appena arrivato alla guida dei rossoblù, chiamati ad una reazione anche dalla curva. Le occasioni, però, si contano sulle dita di una mano. Di Rolando Bianchi l'unica del primo tempo, con un bel colpo di tacco a chiudere un'azione di rimessa avviata da Morleo e passata per le giocate di prima intenzione di Diamanti, Konè e Garics.
Bocciato il giovane Felipe Anderson, che Reja lascia negli spogliatoi per Keita. Il giovanissimo laziale avvia la migliore azione ospite, scaricando su Candreva il cui cross pesca Klose tutto solo sul secondo palo. La conclusione mancina - da due passi - non centra però lo specchio. Immediata reazione felsinea, che di lì alla fine ci proverà con più convinzione degli avversari: ancora un'iniziativa di Diamanti libera il mancino da dentro l'area di Konè che batte Berisha ma non centra la porta. L'ultima emozione di una partita da sbadigli.
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