Dunque un gol di testa da chi, Succi, sulla testa ha un cerottone che magari mal si concilia con la stoccata. Una grande intensità, un po' di ramazza, un portiere a mezzo servizio comunque efficace ed un palo da baciare tutta la vita. Bel riassunto post doccia del bomber “perfetti e fortunati” c'è il sugo di un pomeriggio da B. Nel quale arrivano tre punti balsamici e si vedono un paio di cose che regalano a Bisoli la forza di commuoversi. Intanto l'applicazione feroce in fase di non possesso di Defrel, disegnato come un talentino indisciplinato e ieri primo dei mastini. E l'altra D'Alessandro. Ha una microfattura ad un piede, chiede di essere convocato e con un'infiltrazione fa un tempo di sgroppate. Esce con le stimmate e una scarpa in mano. Il piede che scoppia dentro il calzino ma tre punti. E l'abbraccio di un Bisoli stremato pure lui. Perchè la faccia, i segni, i denti di chi si vuol salvare sono quelli dell'ultimo quarto d'ora. Quando il Modena a passo di carica cercava il punto che pure si sarebbe meritato. Scivolate al limite, palle in tribuna. Un po' di trincea sanissima e di prospettiva perchè arrivata dopo un'ora di buon calcio e arrivata contro un squadra che fino a ieri ragionava in ottica play off. Verso il recupero di mercoledì quando il Cesena riavrà Comotto e forse anche Coppola. E il Manuzzi che nel 2013 è diventato un fortino, un campo inespugnabile dove in serie sono cadute Vicenza, Ternana e Modena. E dove costruire un futuro un po' più tranquillo.
Roberto Chiesa
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