Vucinic-Guarin: la frenata dell'Inter, lo sconcerto della Juve

Aldilà delle valutazioni faziose di questa o quella fazione di tifo, l'affare Guarin – Vucinic è destinato a cambiare nettamente le vicende di calciomercato all'italiana, specie in via Durini, 24. Uno scambio già chiuso, o meglio che pareva tale lunedì. Da limare solamente una richiesta di conguaglio da parte dell'Inter, una bazzecola attestata su un massimale di 2 milioni. A Vinovo il montenegrino aveva già svuotato l'armadietto, salutato compagni e dai compagni, come Bonucci che via social faceva un “in bocca al lupo” al compagno. E lì si è accesa quella scintilla social, che condizionerà definitivamente la partita. Insorgenza popolare del tifo nerazzurro, che ha invaso tutti i canali mediatici e non esprimendo più o meno garbatamente il proprio dissenso per l'operazione che Branca e Ausilio stavano conducendo in porto. Un comunicato della Curva Nord scatena l'effetto domino. Sulla formale motivazione del mancato raggiungimento di un accordo sul conguaglio la trattativa rimane “freezata” fino al giorno successivo, ieri per intenderci. Una situazione surreale, con Vucinic già a Milano e l'agente Lucci al seguito. Guarin, dall'altra parte, a minacciare di non mettere più piede alla Pinetina se la trattativa non fosse arrivata a conclusione. Una notte di tempo per l'Inter di imbastire un rendez-vous in fretta e furia, sulla retta Milano – Giacarta dove il neo presidente nerazzurro – Erick Thohir – veniva a conoscenza dei fatti, come vuole un'indiscrezione odierna. Gli uomini mercato bianconero raggiungono tutti Milano per riprendere le trame di un intreccio già ingarbugliato ma che non aveva ancora regalato il meglio. O il peggio. Intanto Vucinic a Pavia, nella serata precedente, aveva sostenuto con successo le visite mediche: mancava solo l'ufficialità del suo passaggio in nerazzurro. Contemporaneamente alla riunione juventina, il summit interista in sede con tanti curiosi fuori. Non trapela nessun pessimismo, anzi la partita sembra chiusa sul riconoscimento di un conguaglio totale di 1,5 milioni di euro. Un'indiscrezione che non troverà fondamento: alle 18:12 il comunicato della società nerazzurra ad ufficializzare la chiusura della trattativa. Di lì a mezzora la replica bianconera si limita ad un “no comment”, definendo “sconcertante accaduto” quanto successo. Thohir, su spinta di Moratti, ha fatto saltare l'accordo. Ma la pressione decisiva, ancora prima del presidente onorario, è stata quella dei tifosi interisti. Una volta per i supporters c'era la protesta, lo sconforto a seguito di trattative concluse e non gradite. Oggi c'è la reale possibilità di condizionamento delle dinamiche societarie: l'immediatezza d'espressione che i social garantiscono ha permesso ai tifosi di ostentare il proprio dissenso prima che i giochi fossero fatti. Certo è che a rimetterci, oltre all'Inter – che paga in termini di immagine e credibilità – sono i giocatori stessi. Il colombiano alla Pinetina non si è visto e non si allenerà nemmeno domani. Dicono per un permesso precedentemente concordato con Mazzarri. Svalutati e demoralizzati dalla vicenda, a Vucinic e Guarin attende un finale di stagione da separati in casa. A meno che i prossimi nove giorni non servano a trovare una destinazione alternativa a entrambi.

LP

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