Il 6 luglio a Debrecen è caldo. Sono quei 30 gradi certificati e per nulla spolverati da un vento che poi, nella piana delle piane, chissà da dove dovrebbe venire. Non sono pochi gli indegeni, "duecentoqualcosamila" fanno di questa la seconda città ungherese, a est della meravigliosa e inarrivabile Budapest. La Romania non è lontana e contamina linee, gastronomia , e perfino il leggendario talento triste di un popolo senza pace. Ad una terra di musicisti e qualche genio, Debrecen contribuisce in minima parte. Siamo in Europa, ma non nell'euro e tra qualche giorno qui dovranno dire sì o no al tetto sui migranti attraverso un referendum. Ma non c'è interesse, abituati come sono a non averla la Patria, i magiari si posizionano sul "venga chi gli pare e al massimo ci spostiamo noi". Conquistata la libertà, ora c'è da ripartire. Ma l'ex cortina e' diventata una marmellata, una melma che produce disoccupazione e troppa malavita. Per riscattarsi e sognare universi migliori occorre mettersi in gioco senza se e senza ma.
E qui a Debrecen domani sera Gianluca Bollini entrerà nella storia come il sammarinese più presente di sempre nelle coppe europee.
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