Gli ungheresi creano, un po' sbagliano e un po' segnano. Cinque in tutto, ma la cosa sulla quale val la pena ragionare, o forse semplicemente conviene, sono le tre palle gol nitide, con palo incorporato che La Fiorita ha saputo meritarsi. Fosse finita 3-5 sarebbe stato un partitone, di quelli che fanno fondere il videoregistratore a Zeman. Sarebbe stato uno spettacolo e invece è stata una serata caldissima, con un vento di riampianto che altro non ha fatto se non aumentare la calura. Un po' di Debrecen e un po' di Vivan nel primo tempo, ma anche testa alta e non solo denti stretti per La Fiorita che quando può riparte e lo fa bene e su questo gomito malandrino c'era mezzo rigore, peccato l'arbitro fosse con la metà innocentista. Il raddoppio sul finire di tempo, il terzo in apertura di secondo, ma adesso arrivano 3 occasioni 3 che hanno del clamoroso. Zafferani mette in porta Martini, l'attaccante è pronto al primo hurrà europeo ma sbatte sul palo quando gli ungheresi l'avevano già deta su. E' una botta tremenda sui ragazzi di Montegiardino che prendono il quarto, ma che per atteggiamento e lucidità impressionano. La metà hanno i campi, l'inesauribile Zafferani si inventa una volata da sigla televisiva, assist per Martini e Radosevic chiude bene l'angolo della seconda colossale occasione. Dall'angolo, Tommasi la rimette sulla testa del solito Martini che evidentemente non ha fortuna. Arriva il quinto di là, e non è un problema. Il nervoso è non averne fatti 3. Ma c'è il ritorno, ad un Debrecen di un altro pianeta si può e si deve fare gol.
Roberto Chiesa
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