14 gol subiti, 5 realizzati. Sarebbe sufficiente il dato statistico a delineare i confini di un trand positivo che per certi versi stupisce, per tanti altri inorgoglisce.
L'ultima del Gruppo B del turno preliminare di qualificazione ai Mondiali di Colombia 2016, per San Marino, è con Montenegro. Quella allenata da Ljesar non è la stessa che a Nizza travolse i biancazzurri 11-0, ma ad essere mutata tanto è soprattutto San Marino.
I bassi ritmi a cui i montenegrini si adattano nella fase iniziale aiutano, ma in senso assoluto i biancazzurri si confermano compatti, corti, organizzati. Anche là davanti sembra possibile combinare qualcosa, tanto che il palo di Gojkovic è quasi casuale.
La grinta non manca mai, Bollini si è preso la porta dopo la Svezia e si conferma un leone, negando a Obradovic il vantaggio e bissando sull'impennata. C'è anche il dubbio legato ad un presunto tocco di mano di Mugosa sull'affondo di Busignani. Kirilov dimostra quanto sia complesso fischiare a favore dei piccoli e lascia correre. Di là Draskovic indovina la botta di destro griffa il vantaggio.
Nella ripresa i balcanici partono forte, ma Gojkovic e Mugosa non riescono a bucare Bollini, che chiude al 5' sull'iniziativa di Obradovic. Le energie vengono meno e pochi secondi dopo alla girata imperfetta di Gurzakovic arriva il raddoppio montenegrino: ancora Draskovic, con un destro dalla distanza che filtra tra Franciosi e Bollini. Haveric apparecchia per il 3-0, Bollini la ritrova all'ultimo. San Marino si organizza per un finale in pressione: Moretti per poco non trova il primo palo, mentre dalla parte opposta Mogusa sfonda su Franciosi ma non passa su Bollini. Come con la Grecia si chiude col portiere volante, per tentare di riaprire una partita che è Mogusa a chiudere definitivamente col mancino a porta vuota. Si chiude con l'incursione di Belloni che non riesce a servire Michelotti, peccato: sarebbe potuta essere la prima volta in cui San Marino avrebbe segnato in tutte e tre le partite. Pazienza, in ogni caso questa trasferta in Svezia - c'è da giurarci - non se la scorderà nessuno.
da Uddevalla,
Luca Pelliccioni
L'ultima del Gruppo B del turno preliminare di qualificazione ai Mondiali di Colombia 2016, per San Marino, è con Montenegro. Quella allenata da Ljesar non è la stessa che a Nizza travolse i biancazzurri 11-0, ma ad essere mutata tanto è soprattutto San Marino.
I bassi ritmi a cui i montenegrini si adattano nella fase iniziale aiutano, ma in senso assoluto i biancazzurri si confermano compatti, corti, organizzati. Anche là davanti sembra possibile combinare qualcosa, tanto che il palo di Gojkovic è quasi casuale.
La grinta non manca mai, Bollini si è preso la porta dopo la Svezia e si conferma un leone, negando a Obradovic il vantaggio e bissando sull'impennata. C'è anche il dubbio legato ad un presunto tocco di mano di Mugosa sull'affondo di Busignani. Kirilov dimostra quanto sia complesso fischiare a favore dei piccoli e lascia correre. Di là Draskovic indovina la botta di destro griffa il vantaggio.
Nella ripresa i balcanici partono forte, ma Gojkovic e Mugosa non riescono a bucare Bollini, che chiude al 5' sull'iniziativa di Obradovic. Le energie vengono meno e pochi secondi dopo alla girata imperfetta di Gurzakovic arriva il raddoppio montenegrino: ancora Draskovic, con un destro dalla distanza che filtra tra Franciosi e Bollini. Haveric apparecchia per il 3-0, Bollini la ritrova all'ultimo. San Marino si organizza per un finale in pressione: Moretti per poco non trova il primo palo, mentre dalla parte opposta Mogusa sfonda su Franciosi ma non passa su Bollini. Come con la Grecia si chiude col portiere volante, per tentare di riaprire una partita che è Mogusa a chiudere definitivamente col mancino a porta vuota. Si chiude con l'incursione di Belloni che non riesce a servire Michelotti, peccato: sarebbe potuta essere la prima volta in cui San Marino avrebbe segnato in tutte e tre le partite. Pazienza, in ogni caso questa trasferta in Svezia - c'è da giurarci - non se la scorderà nessuno.
da Uddevalla,
Luca Pelliccioni
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