Chi l'ha vista può dire di aver capito cos'è La Fiorita. Non è il Leicester, nemmeno l'Islanda. È una maglia che prima ti sta addosso, poi entra sottopelle e non si toglie più. È' un tatuaggio gialloblu che moltiplica le forze, smorza la fatica, esalta lo spirito di gruppo e straccia le carte d'identità. Quando calcia Tommasi all'alba del match, c'era tutto per far gol. Pazienza, ma la stessa lucidità e lo stesso coraggio di quando si alza, Montegiardino ce l'ha quando c'è da stringere forte i denti. Dietro giganteggia un monumentale Bollini e quando tutto sembra perduto, Vivan si inventa tre quattro cose che smontano e spengono il sacro fuoco a un Debrecen forte e fisicamente devastante quando alza il ritmo. La partita non è testa dietro ai guantoni, e' difesa con cervello e sangue e ripartenze tipiche di chi sa sempre cosa fare. A conferma del fatto il gol del vantaggio il Debrecen lo trova in contropiede, che a prima vista può sembrare un controsenso ma non lo e'. Tisza spacca la porta e rompe l'incantesimo. Può essere che la favola finisca qui, ma la partita che comincia dopo non è meno interessante. E Tommasi ha subito la palla del potenziale 1-1 così tanto per gradire.
Ripresa e dopo soli 5 minuti gli ungheresi che schiumano rabbia e vanno fortissimo raddoppiano con l'imprendibile Holman, talento che dimostra come gli osservatori dei top team vanno a vedere sempre le stesse squadre. Con lo stadio che trasuda alcool e passione e canta Debrecen olala' il rischio di sbandare c'è. La traversa salva Vivan in una circostanza, ma La Fiorita le distanze non le perde mai. Ragiona, da via anche qualche roncolata che vuol dire...attenti perché giochiamo a calcio pure noi. E di qui alla fine la differenza sta essenzialmente in un gruppo di professionisti da una parte che spingeva per cercare magari il modo di andare in un club più prestigioso e un gruppo di ragazzi che non mollava di un centimetro perché il sogno è quello di giocare ne La Fiorita anche il prossimo anno.
Ripresa e dopo soli 5 minuti gli ungheresi che schiumano rabbia e vanno fortissimo raddoppiano con l'imprendibile Holman, talento che dimostra come gli osservatori dei top team vanno a vedere sempre le stesse squadre. Con lo stadio che trasuda alcool e passione e canta Debrecen olala' il rischio di sbandare c'è. La traversa salva Vivan in una circostanza, ma La Fiorita le distanze non le perde mai. Ragiona, da via anche qualche roncolata che vuol dire...attenti perché giochiamo a calcio pure noi. E di qui alla fine la differenza sta essenzialmente in un gruppo di professionisti da una parte che spingeva per cercare magari il modo di andare in un club più prestigioso e un gruppo di ragazzi che non mollava di un centimetro perché il sogno è quello di giocare ne La Fiorita anche il prossimo anno.
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