Vaduz - La Fiorita 5 a 1. Una notte da ricordare con il suo primo gol europeo
E' la maglia a far sentire il suo peso. Al piccolo e confortevole Rheinpark Stadion, praticamente nel giardino del Principe, c'è un tempo a denti stretti nel quale il 4-3-3 disegnato da Bizzotto diventa spesso 4-5-1 e i sacrifici si chiedono a tutti perchè il Vaduz fa giropalla feroce e continuo. Non sono calcisticamente sopraffini, ma hanno fisiconi e preparazione atletica da vendere. Il mismatch è lì, i rossi del principato hanno gonfiato la prima volta al minuto 24 con una quasi autorete che solo da regolamento autorete non è raddoppiato con lo stesso Kamber poco dopo. Schurpf triplica prima di un intervallo fa pensare ad un secondo tempo di problemi ancora più grandi. Pazzini tieni insieme i cocci nei 20 minuti più duri, il portiere è tra il provvidenziale e il miracoloso, quasi ostinato nel voler tenere ancora a contatto le due squadre. Mette in sostanza ai suoi quella voglia d'impresa che
sale quando decidi che te lo meriti. La partita diventa un film e nel caso diventa “Il Paradiso all'improvviso”. Quando Ricchiuti che è quello che ha i piedi migliori decide di non calciare l'angolo ma di assistere Rinaldi. Sarà che è il capitano, che è argentino pure lui, che ha i piedi pure lui ma la mette bellissima a giro. Troppo bella per un quarantunenne che questi inserimenti senza palla li faceva per mestiere in serie A. Il calcio si ricorda di chi lo ha trattato bene. Il gol è il primo
del club in Europa e quindi tutti a mucchio su Tommasi che sorride perché dopo l'andata è stato il primo a dire “avrei voluto far di più”. Quanti ne fa il Vaduz contateli se è importante. Righi compie 18 anni proprio la notte nella quale Tommasi diventa di Montegiardino e promette di ritornare, ma vuol la Champions. Insomma ce n'è stato, ma ce n'è ancora.
Roberto Chiesa