Sabbia, sabbia e ancora sabbia. La Dakar quest'anno non fa sconti e non concede il riscaldamento di alcune tappe morbide in avvio. La seconda tappa ha visto i piloti infilarsi a capofitto nel tremendo deserto peruviano, fare la rotta tra le immense dune sabbiose che caratterizzano l'impervio paesaggio centroamericano.
Dai 242 kilometri di speciale svoltosi da e verso Pisco, quasi totalmente percorsi all'interno del deserto che ha inghiottito auto, moto, quad e camion, sono spuntate le solite certezze, con qualche sorpresa. Barreda – tra le moto – chiude la tappa in 2h42'31”, rifilando oltre tre minuti a Pedrero, cinque a Fish. In classifica generale è Faria il primo inseguitore, mentre il favorito Despres sonnacchia a poco meno di nove minuti dal battistrada.
Zanotti si attesta in 92sima posizione, vittima della malasorte. Dopo appena 75 kilometri – infatti – il centauro sammarinese ha rotto il parafango anteriore, a seguito di un fondo corso della forcella. Ciò non bastasse, il parafango spaccato ha tranciato di netto il sistema di navigazione della sua TM, costringendo il campione del mondo Baja a trovare la giusta via nel deserto peruviano. 25 kilometri più tardi il problema è nel serbatoio: quando inizia a svuotarsi, la moto perde di brillantezza.
Tra le auto brilla l'immensa stella di Peterhansel, che si aggiudica la seconda tappa balzando in testa alla classifica generale con un vantaggio di 2'38” sul Sudafricano De Villiers, seguito a breve distanza da Chabot. Carlos Sainz, vincitore nella prima tappa, chiude undicesimo pagando un ritardo di oltre 18 minuti.
Buon terzo posto tra i camion per Biasion che in team con Fiori e Huisman scala la generale fino al gradino più basso del podio. De Rooy e Loprais guidano la classifica. Nei quad poche sorprese con l'argentino Patronelli che in tappa anticipa Husseini e Casale, lo stesso terzetto che si propone nel quadro complessivo.
Oggi la terza tappa da Pisco a Nazca. Non mancherà certo la sabbia, che continuerà a fare selezione fin da subito: 243 kilometri di speciale ci diranno se Alex Zanotti riuscirà a recuperare parte dello svantaggio che lo ha condizionato all'esordio.
Luca Pelliccioni
Dai 242 kilometri di speciale svoltosi da e verso Pisco, quasi totalmente percorsi all'interno del deserto che ha inghiottito auto, moto, quad e camion, sono spuntate le solite certezze, con qualche sorpresa. Barreda – tra le moto – chiude la tappa in 2h42'31”, rifilando oltre tre minuti a Pedrero, cinque a Fish. In classifica generale è Faria il primo inseguitore, mentre il favorito Despres sonnacchia a poco meno di nove minuti dal battistrada.
Zanotti si attesta in 92sima posizione, vittima della malasorte. Dopo appena 75 kilometri – infatti – il centauro sammarinese ha rotto il parafango anteriore, a seguito di un fondo corso della forcella. Ciò non bastasse, il parafango spaccato ha tranciato di netto il sistema di navigazione della sua TM, costringendo il campione del mondo Baja a trovare la giusta via nel deserto peruviano. 25 kilometri più tardi il problema è nel serbatoio: quando inizia a svuotarsi, la moto perde di brillantezza.
Tra le auto brilla l'immensa stella di Peterhansel, che si aggiudica la seconda tappa balzando in testa alla classifica generale con un vantaggio di 2'38” sul Sudafricano De Villiers, seguito a breve distanza da Chabot. Carlos Sainz, vincitore nella prima tappa, chiude undicesimo pagando un ritardo di oltre 18 minuti.
Buon terzo posto tra i camion per Biasion che in team con Fiori e Huisman scala la generale fino al gradino più basso del podio. De Rooy e Loprais guidano la classifica. Nei quad poche sorprese con l'argentino Patronelli che in tappa anticipa Husseini e Casale, lo stesso terzetto che si propone nel quadro complessivo.
Oggi la terza tappa da Pisco a Nazca. Non mancherà certo la sabbia, che continuerà a fare selezione fin da subito: 243 kilometri di speciale ci diranno se Alex Zanotti riuscirà a recuperare parte dello svantaggio che lo ha condizionato all'esordio.
Luca Pelliccioni
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