Fausto Gresini: una vita per le moto
Il manager romagnolo era ricoverato dal 27 dicembre per il Covid, questa mattina l'annuncio della morte.
C'è un filo sottile che lega la vita sportiva di Fausto Gresini. Un legame che ha segnato la carriera da manager del dirigente romagnolo ai piloti che negli anni si sono alternanti in sella alle sue moto. Tanti piloti, spesso futuri campioni che Fausto Gresini ha accompagnato nei primi anni di mondiale. Oltre 20 anni vissuti dal muretto, tra tempi e giri veloci, magari sul podio con un campione del mondo. Una vita vissuta per le due moto. Se nasci in Romagna e così, poi se Imola è lì a due passi, i motori sono nel Dna. Due mondiali non si vincono per caso. Moto Garelli, campionato 125, titoli stravinti nel 1985 e nel 1987.
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L'addio alle gare nel 1994, dopo aver visto e aiutato anche l'amico Loris Capirossi a vincere il mondiale nel 1990. Un campione vero, forse solo superato dalla sua grande capacità di essere anche dirigente vero. Un equazione, che spesso nello sport non ha soluzione. Ma non per Fausto Gresini che i mondiali li ha vinti anche da team manager. Ecco quel sottile filo che lega la storia di Fausto ai suoi piloti. Daijiro Kato, mondiale 2001 classe 250. Un legame forte con il giapponese, scomparso due anni dopo a Suzuka. Poi Marco Simoncelli, romagnolo come Gresini, in sella alla Honda del suo team nel 2011 in quella gara a Sepang. Tanti piloti, da Toni Elias che vince nel 2010 in moto2 a Jorge Martin col titolo moto3 nel 2018. Nel mezzo anche Sete Gibernau, Colin Edwards e Marco Melandri. Un vincente, abituato a combattere. Come lo ha fatto negli ultimi due mesi all'ospedale di Bologna, contro il Covid, che a 60 anni si è portato via un altro grande dello sport mondiale. Nell'ottobre del 2018 una delle ultime visite sul Titano, ospite del Rotary Club di San Marino. Nel 2017 l'udienza con i Capitani Reggenti Mimma Zavoli e Vanessa D'Ambrosio.
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