Pasolini, per l'80° anniversario esce il libro "Il Paso: re senza corona"
“Correva l'anno...” è l'incipit di ben 12 paragrafi, dedicati alle stagioni che l'hanno visto in sella a una moto. Si comincia dal 1958, quando ventenne si lancia nel motocross. Quindi 1962, quando fa di nuovo capolino nel mondo a due ruote prima di fermarsi per altri due anni, nei quali fa il militare e sposa Anna, che gli darà Sabrina e Renzo Stefano. Poi dal 1964 al 1973 si descrive anno per anno, perché sono le stagioni del Motomondiale. 500, poca, e tantissima 250 e 350, perché all'epoca i piloti partecipavano a più categorie contemporaneamente. Al di qua delle Alpi Pasolini porta a casa gli allori, nel circus iridato invece tanto spettacolo – perché il suo stile di guida, tutto istinto e gioco di equilibri, è gioia per gli occhi – e zero tituli. “Paso era un missile in Italia, fuori dai confini però cambiava” scriveva di lui, sminuendolo un po' troppo, Giacomo Agostini. Suo grande rivale di sfide epiche quanto impari, perché le moto di Pasolini – Aermacchi e Benelli – non reggono il confronto con la MV del campionissimo. Ma nonostante ciò – e nonostante la miopia che lo costringe agli occhialoni – il riminese riuscirà a dividersi con Ago i favori del pubblico italiano, e a dargli del filo da torcere. In 350 Paso otterrà 3 terzi e un secondo posto, nel '68 dietro ad Agostini. Nella 250 invece marca sei vittorie e un altro argento iridato, nel '72. A batterlo fu Jarno Saarinen, col quale condividerà la fine nel terribile incidente del GP delle Nazioni dell'anno seguente. Pasolini cade per primo e ne trascina con sé altri 7, lui e il finlandese non si rialzeranno più. Il pilota finisce lì, il portatore sano di emozioni invece non se n'è mai andato e continua a regalarcene, grazie alla penna di chi, 45 anni dopo, ce ne ricorda le gesta.
RM