All'Olympiastadion si aprono i Mondiali Special
Oltre 10mila rappresentanti di 178 Stati hanno sfilato nella cerimonia d'apertura dello storico stadio di Berlino, dando il via ai Giochi.
Alla sua prima post pandemia, il Mondiale Special Olympics riparte dalle icone di ciò che l’associazione vuole rappresentare. A Berlino, la città del muro che cade, e all’Olympiastadion, dove Jesse Owens si fece leggenda ammutolendo le teorie su razze superiori e inferiori, stavolta sono gli atleti speciali ad annullare le differenze. La parata delle delegazioni, che coinvolge 178 Paesi e più di 10mila persone, è un infinito serpentone che copre quasi tutto l’arco del tramonto, rendendo pian piano variopinto il terreno di gioco. La Grecia apre che è ancora pieno giorno, la Germania padrona di casa, accolta dal boato del pubblico, chiude al crepuscolo. Poco prima era stato il turno dei 25 di San Marino, impegnato con 12 atleti in 7 discipline. A pochi metri da loro ci sono anche i Capitani Reggenti Alessandro Scarano e Adele Tonnini, seduti in tribuna d’onore con le altre autorità.
Sistemate le delegazioni scende in pista Berlino stessa, rappresentata dal suo simbolo più famoso, la Porta di Brandeburgo. Nel mentre, tra tamburi, fuochi, cuori danzanti e ballerini in tipico costume bavarese, nell’isoletta in mezzo al campo si canta Unbeatable Together, imbattibili insieme, motto di questa edizione n°16 dei Mondiali Special. A seguire gli interventi istituzionali, i giuramenti di rito e, finalmente, l’agognata accensione della torcia olimpica, che sale alta nel cuore dell’Olympiastadion dando ufficialmente il via al tutto. Unica pecca di una bella cerimonia, le tempistiche allungate ben oltre il previsto: con gli immancabili fuochi d’artificio si è arrivati quasi a mezzanotte e per rientrare agli alberghi si sono fatte le ore piccole, non il massimo per chi, oggi, è chiamato a gareggiare.
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