
Alla vigilia delle elezioni del Comitato Olimpico Nazionale Sammarinese abbiamo sentito i due candidati. Queste le considerazioni di Andrea Benvenuti.
Quali sono gli obiettivi per il quadriennio?
"Sono molti. Dal punto di vista normativo, sicuramente il Comitato Olimpico deve fare un cambio di passo per quel che riguarda il contributo che può dare nel miglioramento della legge sulla disciplina sportiva e per quel che riguarda i regolamenti interni relativi all'accordo quadro, sport, scuola, sanità e Cons e al progetto studente-atleta. Servono a fare politiche atte al supporto dell'alta prestazione, della preparazione olimpica, attualmente completamente assenti e serve introdurre soprattutto un tema dedicato alla disabilità che anche questa è completamente assente dall'attuale legge sulla disciplina sportiva e il Cons non può esimersi da essere, come dire, garante del diritto allo sport anche per i disabili."
Per quanto riguarda le strutture, infrastrutture?
"Insomma, già nel precedente mandato questo era il tema topico del programma di politica sportiva e purtroppo si è mosso veramente poco. Tra l'altro serve una corretta mappatura, la situazione è un po' diversa da quella che è stata descritta. San Marino ha una buona impiantistica sportiva ma va gestita meglio sia l'ordinaria amministrazione che la straordinaria amministrazione in termini di manutenzione. L'azienda dei servizi pubblici certamente deve avere un ruolo centrale ma ci deve essere un stretto collegamento con il Comitato Olimpico, non tanto con la distinzione straordinaria o ordinaria perché questo è un concetto ormai vetusto, bisogna ragionare sulle questioni di carattere urgente o non urgente e quindi è necessario in qualche modo fare una riforma adatta alla manutenzione degli impianti sportivi".
Per quanto riguarda invece la tutela degli atleti di interesse nazionale?
"Anche qui serve fare un cambio di passo, non è più tollerabile che abbiamo delle medaglie olimpiche che sono costrette a lavorare e non possono fare i professionisti. Ma abbiamo tutto un substrato di atleti che si stanno avvicinando a quello che può essere potenzialmente il mondo del professionismo, va rivisto sicuramente l'articolo di legge che parla di questo, quantomeno con l'introduzione del concetto di semiprofessionismo".