PARIGI 2024

La rimonta non riesce, l'Olimpiade di Alessandra Perilli termina senza finale

Serviva la giornata perfetta per sperare nel miracolo. Non arriva né l'una, nè l'altro. L'Olimpiade di Alessandra Perilli è tutta un 23 con 24 finale che non dà spazio a troppi rimpianti. Per l'Olimpo di Olimpia serve altro. Alessandra, che nulla deve dimostrare con una carriera infinita che luccica e parla per lei, è la prima a saperlo. E sorride serena. Se l'è giocata, facendo una gara superiore a punteggi che, beata lei, non è abituata a frequentare.

Non ha sparato male, qualche errore millimetrico sotto la canicola prima e nel vento poi. È lo sport che divide di pochi millimetri il trionfo dall'occasione mancata. E il Tiro a Volo in questo è ancora più sport. Qui il dettaglio non fa la differenza, fa la sostanza. Fa pentole e coperchi come nemmeno il diavolo riesce a fare. È tutta una ritualità, una metodologia che portano alla luce verde, al piattello che fuma o vola via con la bandiera rossa che si alza. Sembra semplice, ma è un tetris. E come fare a dire 116 e quindicesimo posto? Sembra il tranquillo anonimato, la zona di comfort che invece il campione e la campionessa rifiuta.

Mezza delusione, sì, caporetto no. Perché la fiamma è ancora accesa, Los Angeles è lontana ma non così lontana. C'è tempo, ma ci sono le premesse per un grande futuro. L'ennesimo grande futuro.

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