Non arrendersi mai, affrontando problemi e ostacoli, anche quelli posti dal destino che sembrano a volte insormontabili. E’ il messaggio fondamentale, un’autentica ‘lezione di vita’, trasmesso a circa 450 studenti della Scuola Secondaria Superiore di San Marino (gli allievi delle prime tre classi) protagonisti dell’iniziativa ‘Liberi di sognare… liberi di essere’, svoltasi nella mattinata di lunedì 14 ottobre al Cinema Teatro Turismo di Città. Un evento organizzato dal Comitato Paralimpico Sammarinese, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, con la presentazione del libro e della mostra fotografica "Liberi di Sognare – Gesti, storie e immagini di uno sport oltre le barriere", alla presenza dell'autore Paolo Genovesi e la possibilità concreta per i ragazzi di incontrare di persona il nuotatore Nicolò Bensi, esponente di punta della nazionale italiana paralimpica, uno degli undici atleti raccontati nel volume (con le immagini del fotografo ravennate i testi del giornalista Marco Tarozzi).
A introdurre l’iniziativa, condotta dalla giornalista Romina Bravetti, le parole di Daniela Del Din, presidente del CPS, impegnato per far conoscere i valori a cui si ispira lo sport paralimpico, in primo luogo alle giovani generazioni. “E’ mio dovere rinnovare i ringraziamenti alla Segreteria di Stato alla Cultura, alla preside Maria Luisa Rondelli – ha ricordato Del Din – e ai professori di educazione fisica Giancarlo Bollini, Pierina Busignani e Danilo Ronchi per la sensibilità dimostrata nei nostri confronti. Siamo nati nel 2006 come comitato paralimpico per promuovere sul Titano una diversa cultura riguardo alla disabilità e alle possibilità di fare sport, nel 2011 siamo stati riconosciuti dal Comitato Paralimpico Internazionale, potendo così lo scorso anno rappresentare per la prima volta San Marino alle Paralimpiadi di Londra. Il nostro auspicio è che questa giornata non resti fine a se stessa, ma segni l’inizio di una collaborazione con le scuole che possa continuare anche in futuro, attraverso un percorso condiviso, articolato in vari momenti”.
Invito recepito anche dalla preside della Scuola Secondaria Superiore, Maria Luisa Rondelli. “Abbiamo aderito con piacere alla proposta del Comitato Paralimpico per accogliere a San Marino lo sport senza barriere – ha evidenziato Maria Luisa Rondelli -, un progetto sposato con entusiasmo dagli insegnanti nella consapevolezza che possa portare i ragazzi a capire i valori della vita. Ovvero l’importanza di non arrendersi mai, neppure di fronte a un muro, ma fare di tutto per valorizzare i propri talenti. Liberi di sognare dunque, ma anche liberi di dare il meglio di sé”. Dopo la proiezione dello spot della Presidenza del Consiglio dei Ministri incentrato sul concetto di ‘Italia come Paese ospitale’, Annalisa Ciavatta ha descritto il progetto ‘San Marino per Tutti’ voluto dal Consorzio San Marino 2000. “Tutto è nato da una semplice domanda, durante una fiera, rivoltaci da una madre di un bimbo disabile: ‘Ma posso venire a visitare il vostro Paese?’. Così è scattata l’idea di mappare in una realtà particolare come la nostra, che sorge su un monte, tutto quello che era accessibile anche a chi avesse un qualche problema, non solo fisico, realizzando una guida. E anche voi ragazzi potete diventare i nostri occhi sul territorio, segnalando le varie situazioni, anche attraverso nuovi media
e social network, perché il progetto coinvolge la vita di tutti noi e non solo i turisti. Con l’obiettivo di formare una cultura dell’ospitalità, per eliminare le barriere, che nel 70% dei casi sono più culturali che fisiche”.
Timori e titubanze che ha superato lo stesso Genovesi quando si è trovato le prime volte a dover fotografare per lavoro atleti paralimpici dopo aver immortalato per vent’anni campioni di varie discipline sportive (calcio e atletica in primis). “Ho vinto le mie paure nel momento in cui Alex Zanardi, nella sua officina, mi ha detto ‘Non scatti le foto più significative?’ dopo essersi tolto le protesi – ha raccontato l’autore del libro – spiegandomi come nella vita sia più importante la testa delle gambe. E l’entusiasmo e la voglia di farsi conoscere, abbinata a un’estrema disponibilità, che ho trovato anche in tutti gli altri sportivi paralimpici, come Emanuele Pagnini o Luca Carrara, mi ha spinto a portare avanti questo progetto. E da quel momento ho smesso di lamentarmi delle mie piccole fatiche quotidiane, perché da loro ho imparato che tutto è possibile e a prendere la vita sapendo affrontare ogni problema o situazione difficile. Sono dunque campioni non solo nello sport, ma nella vita, perché hanno in ogni caso realizzato il loro sogno, fare quello che desideravano”.
La conferma tangibile era proprio accanto a Genovesi, sul palco del Teatro Turismo, con
Nicolò Bensi, che oltre ad essere uno dei migliori specialisti d’Europa di nuoto paralimpico è il primo disabile laureato in Fisioterapia, professione che esercita all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. “A 19 anni mi è capitato un incidente di motocross, sport che praticavo insieme alla pallacanestro, e mi ha lasciato sulla sedia a rotelle quella caduta, avvenuta due giorni dopo aver superato il test di ammissione alla scuola di fisioterapista – la testimonianza di Bensi, che si allena anche nove-dieci volte a settimana fra piscina e palestra -. Undici mesi di ricovero sono stati duri e mi hanno costretto a reimpostare di nuovo la mia vita, però grazie a familiari, amici e anche medici sensibili non ho rinunciato al mio sogno. E sul piano sportivo ho scoperto il nuoto: in acqua non ci sono vincoli di gravità né barriere architettoniche, ci si sente liberi, come tutte le altre persone. Ora posso ammettere che quell’incidente è stata un’opportunità di una vita diversa, mi ha formato nel carattere e sono contento di essere così”.
Impossibilitato ad essere presente, Emanuele Pagnini, campione di sci nautico paralimpico di Cattolica, ha inviato un video, emozionante come del resto le immagini che hanno accompagnato sullo schermo l’evento. Quelle dell’associazione You Able Milano, che “lavora al servizio delle persone con disabilità fisica, usando spesso lo sport”, come spiegato da Elena Bonacini, fra l’altro sorella di Daniele, uno degli undici protagonisti del libro ‘Liberi di Sognare’, che dopo un incidente nel 1993 ha comunque terminato gli studi in ingegneria, dando vita a un’azienda che produce protesi e dedicandosi con grandi soddisfazioni all’atletica paralimpica.
Altrettanto toccante lo spot dell’associazione Sim-Patia di Como, con l’intervento del direttore generale Irma Missaglia. “Abili a vivere è il nostro motto – ha sottolineato -. Dopo essere nati come residenza sanitaria per pazienti con grave disabilità, ci siamo trasformati in luogo in cui ci sono delle opportunità, puntando sulle autonomie di queste persone, che ci chiedevano di poter continuare ad essere protagoniste della loro giornata e di poter comunicare. Ecco allora che per certi casi abbiamo pensato a case domotiche, così come abbiamo creato al nostro interno una lavanderia industriale per dare a queste persone l’occasione di lavorare. Ora proprio con Paolo abbiamo iniziato un progetto che chiameremo ‘Liberi di Vivere’. Il messaggio è semplice: anche quando tutto sembra dire il contrario, non arrendersi, ma dare a questi ragazzi la possibilità di avere una vita normale”.
Ha portato il suo contributo anche Laura Muratori, psicologa psicoterapeuta dello staff di professionisti del Progetto Viktoria, nato di recente a San Marino “per sviluppare al massimo le potenzialità di ogni singolo atleta, in collaborazione con federazione e tecnici, per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi”. E “in questa occasione – ha aggiunto Laura Muratori – ho visto che da alcuni atleti abbiamo davvero molto da imparare”.
Al termine dell’iniziativa Maria Rita Morganti, in rappresentanza del Kiwanis Club, ha voluto consegnare a Nicolò Bensi e Paolo Genovesi un dono artistico realizzato dalle persone in carcere a San Marino sul tema ‘libertà’ quale “ringraziamento per la loro preziosa testimonianza”.
A introdurre l’iniziativa, condotta dalla giornalista Romina Bravetti, le parole di Daniela Del Din, presidente del CPS, impegnato per far conoscere i valori a cui si ispira lo sport paralimpico, in primo luogo alle giovani generazioni. “E’ mio dovere rinnovare i ringraziamenti alla Segreteria di Stato alla Cultura, alla preside Maria Luisa Rondelli – ha ricordato Del Din – e ai professori di educazione fisica Giancarlo Bollini, Pierina Busignani e Danilo Ronchi per la sensibilità dimostrata nei nostri confronti. Siamo nati nel 2006 come comitato paralimpico per promuovere sul Titano una diversa cultura riguardo alla disabilità e alle possibilità di fare sport, nel 2011 siamo stati riconosciuti dal Comitato Paralimpico Internazionale, potendo così lo scorso anno rappresentare per la prima volta San Marino alle Paralimpiadi di Londra. Il nostro auspicio è che questa giornata non resti fine a se stessa, ma segni l’inizio di una collaborazione con le scuole che possa continuare anche in futuro, attraverso un percorso condiviso, articolato in vari momenti”.
Invito recepito anche dalla preside della Scuola Secondaria Superiore, Maria Luisa Rondelli. “Abbiamo aderito con piacere alla proposta del Comitato Paralimpico per accogliere a San Marino lo sport senza barriere – ha evidenziato Maria Luisa Rondelli -, un progetto sposato con entusiasmo dagli insegnanti nella consapevolezza che possa portare i ragazzi a capire i valori della vita. Ovvero l’importanza di non arrendersi mai, neppure di fronte a un muro, ma fare di tutto per valorizzare i propri talenti. Liberi di sognare dunque, ma anche liberi di dare il meglio di sé”. Dopo la proiezione dello spot della Presidenza del Consiglio dei Ministri incentrato sul concetto di ‘Italia come Paese ospitale’, Annalisa Ciavatta ha descritto il progetto ‘San Marino per Tutti’ voluto dal Consorzio San Marino 2000. “Tutto è nato da una semplice domanda, durante una fiera, rivoltaci da una madre di un bimbo disabile: ‘Ma posso venire a visitare il vostro Paese?’. Così è scattata l’idea di mappare in una realtà particolare come la nostra, che sorge su un monte, tutto quello che era accessibile anche a chi avesse un qualche problema, non solo fisico, realizzando una guida. E anche voi ragazzi potete diventare i nostri occhi sul territorio, segnalando le varie situazioni, anche attraverso nuovi media
e social network, perché il progetto coinvolge la vita di tutti noi e non solo i turisti. Con l’obiettivo di formare una cultura dell’ospitalità, per eliminare le barriere, che nel 70% dei casi sono più culturali che fisiche”.
Timori e titubanze che ha superato lo stesso Genovesi quando si è trovato le prime volte a dover fotografare per lavoro atleti paralimpici dopo aver immortalato per vent’anni campioni di varie discipline sportive (calcio e atletica in primis). “Ho vinto le mie paure nel momento in cui Alex Zanardi, nella sua officina, mi ha detto ‘Non scatti le foto più significative?’ dopo essersi tolto le protesi – ha raccontato l’autore del libro – spiegandomi come nella vita sia più importante la testa delle gambe. E l’entusiasmo e la voglia di farsi conoscere, abbinata a un’estrema disponibilità, che ho trovato anche in tutti gli altri sportivi paralimpici, come Emanuele Pagnini o Luca Carrara, mi ha spinto a portare avanti questo progetto. E da quel momento ho smesso di lamentarmi delle mie piccole fatiche quotidiane, perché da loro ho imparato che tutto è possibile e a prendere la vita sapendo affrontare ogni problema o situazione difficile. Sono dunque campioni non solo nello sport, ma nella vita, perché hanno in ogni caso realizzato il loro sogno, fare quello che desideravano”.
La conferma tangibile era proprio accanto a Genovesi, sul palco del Teatro Turismo, con
Nicolò Bensi, che oltre ad essere uno dei migliori specialisti d’Europa di nuoto paralimpico è il primo disabile laureato in Fisioterapia, professione che esercita all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. “A 19 anni mi è capitato un incidente di motocross, sport che praticavo insieme alla pallacanestro, e mi ha lasciato sulla sedia a rotelle quella caduta, avvenuta due giorni dopo aver superato il test di ammissione alla scuola di fisioterapista – la testimonianza di Bensi, che si allena anche nove-dieci volte a settimana fra piscina e palestra -. Undici mesi di ricovero sono stati duri e mi hanno costretto a reimpostare di nuovo la mia vita, però grazie a familiari, amici e anche medici sensibili non ho rinunciato al mio sogno. E sul piano sportivo ho scoperto il nuoto: in acqua non ci sono vincoli di gravità né barriere architettoniche, ci si sente liberi, come tutte le altre persone. Ora posso ammettere che quell’incidente è stata un’opportunità di una vita diversa, mi ha formato nel carattere e sono contento di essere così”.
Impossibilitato ad essere presente, Emanuele Pagnini, campione di sci nautico paralimpico di Cattolica, ha inviato un video, emozionante come del resto le immagini che hanno accompagnato sullo schermo l’evento. Quelle dell’associazione You Able Milano, che “lavora al servizio delle persone con disabilità fisica, usando spesso lo sport”, come spiegato da Elena Bonacini, fra l’altro sorella di Daniele, uno degli undici protagonisti del libro ‘Liberi di Sognare’, che dopo un incidente nel 1993 ha comunque terminato gli studi in ingegneria, dando vita a un’azienda che produce protesi e dedicandosi con grandi soddisfazioni all’atletica paralimpica.
Altrettanto toccante lo spot dell’associazione Sim-Patia di Como, con l’intervento del direttore generale Irma Missaglia. “Abili a vivere è il nostro motto – ha sottolineato -. Dopo essere nati come residenza sanitaria per pazienti con grave disabilità, ci siamo trasformati in luogo in cui ci sono delle opportunità, puntando sulle autonomie di queste persone, che ci chiedevano di poter continuare ad essere protagoniste della loro giornata e di poter comunicare. Ecco allora che per certi casi abbiamo pensato a case domotiche, così come abbiamo creato al nostro interno una lavanderia industriale per dare a queste persone l’occasione di lavorare. Ora proprio con Paolo abbiamo iniziato un progetto che chiameremo ‘Liberi di Vivere’. Il messaggio è semplice: anche quando tutto sembra dire il contrario, non arrendersi, ma dare a questi ragazzi la possibilità di avere una vita normale”.
Ha portato il suo contributo anche Laura Muratori, psicologa psicoterapeuta dello staff di professionisti del Progetto Viktoria, nato di recente a San Marino “per sviluppare al massimo le potenzialità di ogni singolo atleta, in collaborazione con federazione e tecnici, per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi”. E “in questa occasione – ha aggiunto Laura Muratori – ho visto che da alcuni atleti abbiamo davvero molto da imparare”.
Al termine dell’iniziativa Maria Rita Morganti, in rappresentanza del Kiwanis Club, ha voluto consegnare a Nicolò Bensi e Paolo Genovesi un dono artistico realizzato dalle persone in carcere a San Marino sul tema ‘libertà’ quale “ringraziamento per la loro preziosa testimonianza”.
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