I “Medal Brothers” le suonano a tutti. Ci mettono lo slang e due medaglie. Quella che Myles aveva puntato fin dalla partenza, quella che Malik sognava da tempo. L'oro splende al collo di Myles, sereno, spesso imperscutabile, sempre campione. Ha fatto il torneo da favorito, la finale da favorito. A lui l'effetto sorpresa non è concesso perché per lui l'obiettivo è quello di vincere. “The plan” come lo chiama. La differenza è farlo o non farlo. Non farlo da favorito. La finale poi è quella più attesa con il turco Fatih Erdin. Match duro e combattuto come quando si incontrano i migliori. Ma quando combatte Myles tutto può venire in mente tranne che possa perdere. Una lucidità da atleta programmato per vincere, una classe da predestinato. Da figlio d'arte. Ma anche da chi ha saputo lavorare su un talento quasi sfacciato. La resistenza di Erdin è piegata 6-1. La medaglia d'oro è realtà come l'inno di San Marino che per la prima volta suona qui ad Orano.
Ma la notte dei “medal brothers” è cominciata un'oretta prima. Quando sul tatami è salito Malik per contendere il bronzo all'italiano Jacopo Masotti. L'azzurro parte meglio e si porta al comando per 4-0. Sembra tutto complicato per Amine che sul punto di rinviare ancora l'appuntamento con la medaglia reagisce con un colpo di reni e d'orgoglio e schiena l'avversario. Mancano pochi secondi quando capovolge Masotti che in quel momento rappresenta l'ostacolo tra sé e il sogno. La vince 6-4 regalando alla spedizione la prima medaglia di Orano 2022 e a sé stesso una notte da ricordare. Sul podio coccola il bronzo con la faccia di chi ha compiuto la missione, ma ha una gran voglia di capire come si sta negli altri due gradini.