Non abbiamo baciato il tatami
È durato poco più di due minuti il combattimento di Paolo Persoglia ai campionati mondiali di Judo a Tokyo. La terza sanzione ricevuta, a causa dell’uscita dall’area di combattimento sulla spinta dell’avversario, ha assegnato la vittoria a Colton Brown. Forse la seconda sanzione, a detta di tutti gli esperti vicino a noi e non di parte, è stata troppo fiscale ma la sostanza non cambia. Occorreva sentire con il corpo e con la mente lo spessore di questi combattimenti mai vissuti prima, perché vedere filmati sull’avversario non è la stessa cosa che sentirlo. Paolo però ha dimostrato di essere a posto fisicamente, forse anche meglio dell’avversario che non è mai entrato nella sua guardia. Occorre però lavorare su prese e velocità di reazione, ma questo coach Gennari lo sa bene e lo fa subito presente al suo allievo nel momento dell’analisi della gara appena finita. Di sicuro ci sono due punti fermi. La prima è che Paolo non ha subito ippon da tecnica, non ha baciato il tappeto. La seconda è la certezza che Paolo ha uno spessore sul quale è doveroso imbastire un progetto di alto livello per l’immediato futuro. In più Paolo sembra aver ricevuto da questa esperienza una grande voglia di rivalsa immediata. Anche le gare di oggi, categoria -90 kg maschi e -70 kg femmine, hanno riservato molte sorprese, con i giapponesi sorprendentemente battuti e con nazioni come la Svezia e l’Olanda che hanno portato in auge atleti non molto accreditati. Alla fine degli incontri abbracci tra i contendenti con rincuoramenti del vincitore al perdente. Scene usuali nel Judo. Sintomatico l’abbraccio finale tra il vincitore del Bronzo dell’ungherese Thot sul cubano Morales con i due ragazzi che passando tanti giorni insieme nello stesso albergo e sugli stessi pulman dell’organizzazione, sono diventati amici. Essenza del Judo, essenza dello Sport.