Il Consiglio Grande e Generale in corso doveva vedere, all’ordine del giorno, la discussione di sette Istanze d’Arengo, delle 31 ancora in attesa e che dovranno essere discusse entro il 1 ottobre prossimo.
C’era la nomina della delegazione sammarinese all’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, una volontà nata su proposta di un Consigliere di opposizione poi condivisa da tutta l’aula. C’era la discussione di una relazione importante come quella dell’Autorità per i Servizi Pubblici e l’Energia sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale, nonché quella dell’AASS sulla realizzazione del Progetto della infrastruttura della fibra ottica. Quest’ultima, peraltro, per adempiere ad un’Odg approvato da questo stesso Consiglio lo scorso febbraio su richiesta delle opposizioni.
C’erano ben 6 progetti di legge, oltre all’assestamento di bilancio necessario per ridurre il deficit.
Alcuni, come quello sulle “Norme in materia di disciplina della responsabilità medica e del personale sanitario delle strutture pubbliche e private, assistenza legale del personale medico e del personale sanitario dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, prevenzione e gestione del rischio connesso all’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio–sanitarie” importantissimi, attesi dagli operatori e dai cittadini, e in attesa di essere esaminati dall’aula consigliare ormai da tre mesi.
Altri, come la cosiddetta “Legge sui semi”, proposti da cittadini, promossi da una forza politica di opposizione in particolare, ma che hanno trovato la condivisione e il supporto di tutta l’aula.
E’ un peccato che, per l’ennesima volta, il Consiglio non sia stato messo nelle condizioni non solo di concludere il suo Ordine del Giorno, ma praticamente di iniziarlo.
Tramite l’utilizzo di una pratica legittima e vecchia come la democrazia parlamentare, l’ostruzionismo, l’opposizione ha cercato di tenere incollato il Consiglio Grande e Generale su un Comma Comunicazioni ancora una volta senza particolari comunicazioni da dare, e sulla discussione di decreti fondamentali come quello che stabilisce l’ora legale, per una settimana intera.
Questa pratica, sottolineiamo di nuovo pienamente legittima, applicata con rigore clinico fin dal Comma Comunicazioni, sta di fatto bloccando l’avanzamento di tutta una serie di provvedimenti normativi e la discussione della maggior parte delle Istanze d’Arengo presentate dai cittadini ad aprile scorso, mettendo in difficoltà la stessa Reggenza. Questo a dimostrazione che non si tratta solo di impedire la ratifica dei decreti sulle banche ma di bloccare completamente l'attività del Consiglio Grande e Generale.
Nella seduta in corso, ancora una volta a causa di questo atteggiamento, è stato necessario rimandare la discussione di tutta un’altra serie di altri provvedimenti per riuscire ad arrivare all’approvazione di alcuni Decreti che il Governo ritiene più rilevanti per tutelare risparmiatori sammarinesi.
Qualcuno dice che la colpa è della maggioranza, che potrebbe organizzare diversamente l’Odg dei lavori consigliari, strutturare diversamente gli orari, forzare i lavori anche di notte. Ma se la maggioranza forzasse l’organizzazione dei commi all’Odg, se obbligasse i Consiglieri a stare in aula anche di notte, se programmasse sedute consigliari di più settimane, quali sarebbero le conseguenze?
La prima, automatica, le veementi critiche che arriverebbero dalla stessa opposizione che oggi impedisce al Consiglio di lavorare, sulle forzature. La seconda, ovvia, la lievitazione dei costi per la politica, che già negli ultimi mesi si stanno alzando. La terza, ancora più ovvia e inaccettabile, l’impossibilità per la maggior parte dei Consiglieri che provengono dal settore privato di continuare a partecipare ai lavori del Consiglio. La quarta, legittima, le proteste della cittadinanza sul tempo e i soldi buttati via per parlarsi addosso.
Allora bisogna dire che in un Paese con un parlamento che lavora con tempi molto ridotti e Consiglieri non professionisti che devono anche lavorare, nel momento in cui l’ostruzionismo – arma legittima dell’opposizione parlamentare – non viene più considerato uno strumento estremo di lotta nei confronti di un determinato provvedimento, ma una costante mirata a non far lavorare governo e maggioranza sfruttando i mille buchi di un regolamento irrazionale in corso di modifica, anche una pratica legittima diventa non più accettabile.
C’era la nomina della delegazione sammarinese all’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, una volontà nata su proposta di un Consigliere di opposizione poi condivisa da tutta l’aula. C’era la discussione di una relazione importante come quella dell’Autorità per i Servizi Pubblici e l’Energia sullo stato di attuazione del Piano Energetico Nazionale, nonché quella dell’AASS sulla realizzazione del Progetto della infrastruttura della fibra ottica. Quest’ultima, peraltro, per adempiere ad un’Odg approvato da questo stesso Consiglio lo scorso febbraio su richiesta delle opposizioni.
C’erano ben 6 progetti di legge, oltre all’assestamento di bilancio necessario per ridurre il deficit.
Alcuni, come quello sulle “Norme in materia di disciplina della responsabilità medica e del personale sanitario delle strutture pubbliche e private, assistenza legale del personale medico e del personale sanitario dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, prevenzione e gestione del rischio connesso all’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio–sanitarie” importantissimi, attesi dagli operatori e dai cittadini, e in attesa di essere esaminati dall’aula consigliare ormai da tre mesi.
Altri, come la cosiddetta “Legge sui semi”, proposti da cittadini, promossi da una forza politica di opposizione in particolare, ma che hanno trovato la condivisione e il supporto di tutta l’aula.
E’ un peccato che, per l’ennesima volta, il Consiglio non sia stato messo nelle condizioni non solo di concludere il suo Ordine del Giorno, ma praticamente di iniziarlo.
Tramite l’utilizzo di una pratica legittima e vecchia come la democrazia parlamentare, l’ostruzionismo, l’opposizione ha cercato di tenere incollato il Consiglio Grande e Generale su un Comma Comunicazioni ancora una volta senza particolari comunicazioni da dare, e sulla discussione di decreti fondamentali come quello che stabilisce l’ora legale, per una settimana intera.
Questa pratica, sottolineiamo di nuovo pienamente legittima, applicata con rigore clinico fin dal Comma Comunicazioni, sta di fatto bloccando l’avanzamento di tutta una serie di provvedimenti normativi e la discussione della maggior parte delle Istanze d’Arengo presentate dai cittadini ad aprile scorso, mettendo in difficoltà la stessa Reggenza. Questo a dimostrazione che non si tratta solo di impedire la ratifica dei decreti sulle banche ma di bloccare completamente l'attività del Consiglio Grande e Generale.
Nella seduta in corso, ancora una volta a causa di questo atteggiamento, è stato necessario rimandare la discussione di tutta un’altra serie di altri provvedimenti per riuscire ad arrivare all’approvazione di alcuni Decreti che il Governo ritiene più rilevanti per tutelare risparmiatori sammarinesi.
Qualcuno dice che la colpa è della maggioranza, che potrebbe organizzare diversamente l’Odg dei lavori consigliari, strutturare diversamente gli orari, forzare i lavori anche di notte. Ma se la maggioranza forzasse l’organizzazione dei commi all’Odg, se obbligasse i Consiglieri a stare in aula anche di notte, se programmasse sedute consigliari di più settimane, quali sarebbero le conseguenze?
La prima, automatica, le veementi critiche che arriverebbero dalla stessa opposizione che oggi impedisce al Consiglio di lavorare, sulle forzature. La seconda, ovvia, la lievitazione dei costi per la politica, che già negli ultimi mesi si stanno alzando. La terza, ancora più ovvia e inaccettabile, l’impossibilità per la maggior parte dei Consiglieri che provengono dal settore privato di continuare a partecipare ai lavori del Consiglio. La quarta, legittima, le proteste della cittadinanza sul tempo e i soldi buttati via per parlarsi addosso.
Allora bisogna dire che in un Paese con un parlamento che lavora con tempi molto ridotti e Consiglieri non professionisti che devono anche lavorare, nel momento in cui l’ostruzionismo – arma legittima dell’opposizione parlamentare – non viene più considerato uno strumento estremo di lotta nei confronti di un determinato provvedimento, ma una costante mirata a non far lavorare governo e maggioranza sfruttando i mille buchi di un regolamento irrazionale in corso di modifica, anche una pratica legittima diventa non più accettabile.
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