Con una lettera inviata nel pomeriggio di oggi a tutti i membri del Congresso di Stato, la CSU ha detto un secco no alla proposta di modifica della legge n. 147/2014 "Disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio".
Nella lettera la CSU chiede innanzi tutto all'Esecutivo di recedere "dalla volontà di inserire tale articolato nel testo della legge di bilancio previsionale 2018."
"In generale - prosegue la lettera - la CSU dà una valutazione estremamente negativa di questa proposta legislativa, che di fatto vuole introdurre a San Marino il più che controverso strumento dei 'voucher', che hanno prodotto enormi distorsioni a danno dei lavoratori nella vicina Italia, paese in cui peraltro tale aberrazione è stata cancellata.
Tra i punti particolarmente inaccettabili, l'estensione indiscriminata a tutti i settori di questa forma di lavoro, con la sola eccezione dell'edilizia, e l'ampliamento abnorme su base annuale del suo utilizzo, senza peraltro prevedere nessun limite nel numero di lavoratori all'interno di ogni azienda. Addirittura viene portato a 960 il numero di ore all'anno consentite, il che corrisponderebbe per un singolo addetto al lavorare part time a 4/5 ore al giorno per un anno intero...
Altro elemento inaccettabile è la tassazione separata al 12% a carico dei lavoratori, quando devono valere le stesse condizioni di tassazione del lavoro dipendente. Al contempo respingiamo anche la differenziazione nell'aliquota a carico del datore di lavoro, pari al 3% per i sammarinesi e residenti, e dell'8% per i frontalieri: anche in questo caso si tratta di una inconcepibili forma di disparità in base allo stato di provenienza, che nulla ha a che fare con un paese civile."
Puntualizza la CSU: "Il lavoro occasionale così concepito rappresenta una forma di precarietà ancora più estrema e intollerabile, in cui le persone vengono chiamate al lavoro praticamente un giorno per l'altro. Respingiamo in toto una simile deregolamentazione e liberalizzazione "selvaggia" del lavoro occasionale, che deve rimanere limitato ai casi per i quali è regolamentato dalle leggi attuali, per l'appunto in casi di occasionalità ed eccezionalità, e non divenire una componente strutturale dell'organizzazione del lavoro, come finirebbe per essere con questo articolato legislativo."
"La Centrale Sindacale Unitaria auspica fortemente - conclude la lettera - che l'Esecutivo voglia accogliere le richieste della CSU, a difesa della dignità dei lavoratori e del lavoro; altrimenti non potremmo che dedurre che quegli spiragli di disponibilità al confronto che il Governo nelle ultime settimane sembrava voler mostrare, sono del tutto inesistenti."
comunicato stampa
Nella lettera la CSU chiede innanzi tutto all'Esecutivo di recedere "dalla volontà di inserire tale articolato nel testo della legge di bilancio previsionale 2018."
"In generale - prosegue la lettera - la CSU dà una valutazione estremamente negativa di questa proposta legislativa, che di fatto vuole introdurre a San Marino il più che controverso strumento dei 'voucher', che hanno prodotto enormi distorsioni a danno dei lavoratori nella vicina Italia, paese in cui peraltro tale aberrazione è stata cancellata.
Tra i punti particolarmente inaccettabili, l'estensione indiscriminata a tutti i settori di questa forma di lavoro, con la sola eccezione dell'edilizia, e l'ampliamento abnorme su base annuale del suo utilizzo, senza peraltro prevedere nessun limite nel numero di lavoratori all'interno di ogni azienda. Addirittura viene portato a 960 il numero di ore all'anno consentite, il che corrisponderebbe per un singolo addetto al lavorare part time a 4/5 ore al giorno per un anno intero...
Altro elemento inaccettabile è la tassazione separata al 12% a carico dei lavoratori, quando devono valere le stesse condizioni di tassazione del lavoro dipendente. Al contempo respingiamo anche la differenziazione nell'aliquota a carico del datore di lavoro, pari al 3% per i sammarinesi e residenti, e dell'8% per i frontalieri: anche in questo caso si tratta di una inconcepibili forma di disparità in base allo stato di provenienza, che nulla ha a che fare con un paese civile."
Puntualizza la CSU: "Il lavoro occasionale così concepito rappresenta una forma di precarietà ancora più estrema e intollerabile, in cui le persone vengono chiamate al lavoro praticamente un giorno per l'altro. Respingiamo in toto una simile deregolamentazione e liberalizzazione "selvaggia" del lavoro occasionale, che deve rimanere limitato ai casi per i quali è regolamentato dalle leggi attuali, per l'appunto in casi di occasionalità ed eccezionalità, e non divenire una componente strutturale dell'organizzazione del lavoro, come finirebbe per essere con questo articolato legislativo."
"La Centrale Sindacale Unitaria auspica fortemente - conclude la lettera - che l'Esecutivo voglia accogliere le richieste della CSU, a difesa della dignità dei lavoratori e del lavoro; altrimenti non potremmo che dedurre che quegli spiragli di disponibilità al confronto che il Governo nelle ultime settimane sembrava voler mostrare, sono del tutto inesistenti."
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