Dall’ultimo comunicato emesso, infatti, scopriamo una cosa semplice: quando le cose vanno bene è merito di eventi esterni (la ripresa dell’Emilia Romagna, le imprese che investono, ecc…) o semplicemente del sindacato che “ha chiesto questa cosa mesi fa”; quando invece c’è qualcosa che non va, ovviamente, è tutta colpa del Governo che sbaglia gli interventi che pone in essere.
È un modo di pensare interessante, come dicevamo; un tantino comodo o “pro domo propria”, ma sicuramente interessante.
A quel punto anche la vita del sindacato è più semplice. Basta chiedere ai tavoli decine di cose, a prescindere dalla loro fattibilità o dalla disponibilità di risorse economiche per realizzarle: poi, se si realizzano è merito loro che le hanno chieste, se non si fanno è colpa del Governo che sbaglia.
In ogni caso, le precisazioni che ci sentiamo di fare sono tre. Molto semplici.
La prima: se la crescita occupazionale continuerà a questo ritmo, crediamo che supereremo di molto la crescita economica italiana, e forse anche quella emiliano-romagnola. Come abbiamo già detto, sono elementi di cui bisognerebbe rallegrarsi, tutti.
La seconda: se la disoccupazione in senso stretto sta tornando ai livelli del 2012, anche questo è un altro elemento molto positivo. Un quadro dove cresce l’occupazione complessiva e cala la disoccupazione interna dovrebbe essere preso in senso positivo.
La terza: interverremo sulla disoccupazione delle donne e degli over-50 perché sono le fasce che si collocano con più difficoltà nel mondo del lavoro, come ci dicono chiaramente i dati su cui cerchiamo di basare le nostre proposte. A prescindere dal fatto che la questione sia o meno entrata nella mole di richieste della Csu.
Siamo perfettamente d’accordo invece con l’idea che i posti di lavoro li creano le imprese, non le leggi. Le leggi, semmai, devono operare per far sì che le imprese possano lavorare bene e senza eccessivi vincoli in Repubblica, trovando qua un buon ambiente competitivo rispetto al circondario (che non possiamo citare solo quando ci fa comodo).
Speriamo di poterci lavorare assieme, in futuro, assieme alla Csu, evitando questi inutili scontri a colpi di comunicati. Speriamo di poterlo fare una volta passata questa fase di inutile conflitto a uso sciopero generale.
È un modo di pensare interessante, come dicevamo; un tantino comodo o “pro domo propria”, ma sicuramente interessante.
A quel punto anche la vita del sindacato è più semplice. Basta chiedere ai tavoli decine di cose, a prescindere dalla loro fattibilità o dalla disponibilità di risorse economiche per realizzarle: poi, se si realizzano è merito loro che le hanno chieste, se non si fanno è colpa del Governo che sbaglia.
In ogni caso, le precisazioni che ci sentiamo di fare sono tre. Molto semplici.
La prima: se la crescita occupazionale continuerà a questo ritmo, crediamo che supereremo di molto la crescita economica italiana, e forse anche quella emiliano-romagnola. Come abbiamo già detto, sono elementi di cui bisognerebbe rallegrarsi, tutti.
La seconda: se la disoccupazione in senso stretto sta tornando ai livelli del 2012, anche questo è un altro elemento molto positivo. Un quadro dove cresce l’occupazione complessiva e cala la disoccupazione interna dovrebbe essere preso in senso positivo.
La terza: interverremo sulla disoccupazione delle donne e degli over-50 perché sono le fasce che si collocano con più difficoltà nel mondo del lavoro, come ci dicono chiaramente i dati su cui cerchiamo di basare le nostre proposte. A prescindere dal fatto che la questione sia o meno entrata nella mole di richieste della Csu.
Siamo perfettamente d’accordo invece con l’idea che i posti di lavoro li creano le imprese, non le leggi. Le leggi, semmai, devono operare per far sì che le imprese possano lavorare bene e senza eccessivi vincoli in Repubblica, trovando qua un buon ambiente competitivo rispetto al circondario (che non possiamo citare solo quando ci fa comodo).
Speriamo di poterci lavorare assieme, in futuro, assieme alla Csu, evitando questi inutili scontri a colpi di comunicati. Speriamo di poterlo fare una volta passata questa fase di inutile conflitto a uso sciopero generale.
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