La rivendicazione dell'ISIS, per le stragi dei cristiani egiziani, nella Domenica delle Palme, è arrivata – puntuale – nel pomeriggio. La prima esplosione nella chiesa di San Giorgio a Tanta, a nord del Cairo. L'ordigno – forse azionato a distanza - sarebbe stato posto tra i primi banchi del luogo di culto, in un giorno in cui era certamente gremito. Devastante l'effetto della deflagrazione: 27 morti, 80 feriti, alcuni dei quali curati in una moschea poco lontana. Papa Francesco, nell'Angelus che ha recitato dal sagrato di San Pietro, ha espresso il suo cordoglio per quanto avvenuto, pregando per la conversione di chi uccide e di chi costruisce e traffica con le armi. Ma l'orrore, in Egitto, non era ancora finito. Il secondo attentato ad Alessandria, nella chiesa dove si trova anche il Papa copto Teodoro II. Qui un ufficiale della sicurezza si è immolato nel tentativo di bloccare un attentatore suicida che stava per entrare. Il suo sacrificio, probabilmente, ha salvato decine di vite. Ma il bilancio – ancora provvisorio – è comunque pesante. Si parla di almeno 18 vittime e numerosi feriti.
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