In un recente comunicato il Movimento RETE definisce gaffes o incompetenza le attività di Politica Estera messe in campo negli ultimi tre anni. In questo modo non solo attacca la Segreteria per gli Affari Esteri (che vabbè, ci sta) ma anche tutti i professionisti del Dipartimento e delle sedi diplomatiche che in questi tre anni avrebbero dunque lavorato a vanvera… RETE risponderebbe sicuramente: per colpa del Segretario agli Esteri. RF invece, non solo è fiera dell’operato della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, ma ritiene grottesca e demenziale la ricostruzione di RETE. Ricostruzione talmente erronea e pedissequa che, a pensare che questo movimento possa potenzialmente esprimere (insieme alla DC) i futuri membri del Congresso di Stato, fa venire la pelle d’oca. L’unica cosa azzeccata del comunicato – che in effetti sembra copiata - è la centralità e il ruolo strategico che la Politica Estera ha per il nostro Paese. Ruolo talmente strategico che viene da rabbrividire se si pensa possa essere ricoperto dai rappresentanti di RETE. Una cosa è raccogliere il consenso nel Paese cavalcando il malessere e raccontando storie fantasiose, una cosa completamente diversa è rappresentare il Paese nei rapporti internazionali: il livello è altissimo, la complessità anche e non c’è spazio per l’improvvisazione. La ricostruzione di RETE è banale e al limite del ridicolo: come se la Politica Estera fosse una relazione tra minorenni, gelosi e permalosi. Dunque, nella limitatezza cognitiva, per RETE è inspiegabile come un Paese possa avere contemporaneamente rapporti con più potenze mondiali e possa mantenere un equilibrio tra di esse (vengono citati Stati Uniti, Russia e Cina). Desumiamo quindi che per RETE, se un equilibrio di rapporti non è auspicabile, la Repubblica dovrebbe schierarsi e appiattirsi - in termini di Politica Estera - su una super potenza; alla faccia della “neutralità attiva” che in altri comunicati hanno sbandierato. Dunque tutti i rappresentanti dei vari paesi e delle organizzazioni internazionali che si complimentano per l’efficace e coraggiosa Politica Estera della Repubblica, sbagliano e dovrebbero andare alla rinomata scuola di diplomazia di RETE. Sul fronte europeo, RETE ci stupisce: forse a seguito dell’alleanza con la DC ha cambiato rotta, passando da euroscettica a europeista. D’altronde la coerenza non è mai stata di casa, come dimostrano le vicende legate alla giustizia e l’alleanza con la DC. RETE continua a non capire, nonostante le molteplici spiegazioni, che l’Italia è un paese membro dell’Unione Europea (dalla sua fondazione) e dunque, al pari di tutti gli altri paesi membri, è soggetta alle norme e ai vincoli comunitari. Il rilancio della Repubblica è sicuramente legato a una revisione dei rapporti con l’Italia MA IN VIRTU’ DEL PERCORSO DI ASSOCIAZIONE ALL’UE, come d’altronde l’Italia ci ha più volte spiegato. Peraltro la Politica Estera del Segretario Renzi sarà stata pure fallimentare, ma prima che egli stesso avesse l’intuizione politica di rinegoziare la Convenzione del 1939 con l’Italia, se ne era mai sentito parlare da parte di qualche altro partito o da parte dei fini diplomatici di RETE? La risposta è un semplice e macroscopico no! Se quindi tutto ciò RETE lo definisce gaffes o incompetenza, rimaniamo attoniti e stupiti, purtroppo ancora una volta negativamente. Mai come in questi tre anni la Repubblica ha messo in campo una Politica Estera efficace e degna di essere chiamata tale, come dimostrano i risultati ottenuti sia a livello bilaterale che multilaterale, come ad esempio: i numerosi accordi contro le doppie imposizioni firmati, quelli per cui si è avviata la negoziazione, i 30 consolati aperti, gli accordi ottenuti per l’abolizione dei visti, gli importanti Memorandum d’Intesa firmati con numerosi paesi, i prestigiosi premi ottenuti per l’attività svolta come la Palma d’Oro Assisi Pax, il fatto che per la prima volta nella sua storia la Repubblica di San Marino abbia presentato una risoluzione alle Nazioni Unite… Il comunicato di RETE ci conferma ancora una volta che questo movimento e la sua improvvisazione sarebbero una sciagura per il nostro Paese. Non è un caso che il loro programma elettorale, in particolare la sezione sulla Politica Estera, sia impalpabile e privo di concretezza. Speriamo che si possa avverare quanto sostenuto da Gabriele Gatti, cioè che quelli di RETE “hanno di bello che sanno che loro hanno dei limiti grossi, quindi hanno bisogno di qualcuno che gli dia una mano”. Amen.
Comunicato stampa
Repubblica Futura