Il provvedimento non va giù ai Capitani di Castello, che contestano metodi e contenuto del decreto. In una nota, infatti, criticano “la mancanza assoluta di confronto da parte del Governo su temi che interessano i territori dei vari Castelli” e la mancata “possibilità di svolgere un ruolo di collegamento tra Esecutivo e cittadinanza”. Il confronto, secondo i Capitani di Castello, è importante soprattutto nel caso di un provvedimento che coinvolge oltre mille ettari di territorio. La preoccupazione dei Capitani riguarda, inoltre, la sicurezza dei cittadini e degli stessi cacciatori. “Il regolamento – fanno sapere i Capitani – stabilisce con precisione norme di sicurezza e tempi da dedicare alle battute di caccia, ma espone comunque la cittadinanza ad un rischio evitabile, soprattutto in territori densamente abitati o destinati alle attività agricole”. A difendere la scelta è il presidente di Federcaccia, Simone Rossini. “La possibilità di formare squadre di caccia – spiega Rossini – in realtà, permette di regolare l’attività dei cacciatori in modo più preciso rispetto a quanto avviene per la ben più disordinata caccia individuale”. Rossini si riferisce, per esempio, alle regole di segnalazione del territorio di caccia e al divieto di utilizzare armi a canna rigata. Le battute di caccia, infatti, saranno consentite soltanto con fucili a canna liscia, con una gittata massima di 500 metri.
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