Per qualche centinaio di anni agli uragani atlantici sono stati attribuiti dei nomi. Inizialmente nelle isole dei Caraibi, si usava denominare la tempesta con il nome del santo del giorno.
Con l’avvento della meteorologia, alle tempeste statunitensi furono attribuite delle coordinate, quali longitudine e latitudine, ma nomi però erano molto difficili da ricordare, da comunicare ed era un metodo soggetto ad errori. Durante la seconda Guerra Mondiale i meteorologi militari che lavoravano nel Pacifico, cominciarono ad utilizzare nomi di donne per le tempeste. Questo metodo di denominazione ha reso la comunicazione così facile che nel 1953 è stato adottato dal Centro nazionale uragani per l’uso sulle tempeste originate nell’Oceano Atlantico. Con questo metodo i nomi degli uragani sono rientrati nel lunguaggio più comune e la consapevolezza pubblica degli stessi è aumentata drasticamente. Soltanto dal 1978 i meteorologi hanno cominciato ad assegnare agli uragani del Pacifico Nord-Orientale nomi maschili, metodologia utilizzata dall’anno successivo anche per quelle dell’Oceano Atlantico. Ogni anno veniva stilato un elenco di 21 nomi, partendo da una diversa lettera dell’alfabeto e disposti in ordine. Alla prima tempesta tropicale dell’anno veniva dato un nome che cominciasse con la lettera A, il secondo con la B, e così via seguendo l’elenco alfabetico. Durante gli anni pari, i nomi degli uomini furono attribuiti alle tempeste dispari e durante gli anni dispari, viceversa, i nomi delle donne furono attribuiti alle tempeste dispari.
Oggi, la World Meteorological Organization, ricicla gli elenchi dei nomi degli uragani atlantici, avendo sei liste riutilizzate ogni sei anni. L’unico cambiamento adottato rispetto al passato, è il pensionamento occasionale di un nome. Quando un uragano causa morti e distruzione, quel nome viene accantonato per sensibilità nei confronti della gente che ha subìto perdite importanti. Quando questo accade quindi, la World Meteorological Organization sostituisce il nome; uno degli esempi più recenti è dato proprio da Katrina, ritirato dalla lista dei nomi.
Con l’avvento della meteorologia, alle tempeste statunitensi furono attribuite delle coordinate, quali longitudine e latitudine, ma nomi però erano molto difficili da ricordare, da comunicare ed era un metodo soggetto ad errori. Durante la seconda Guerra Mondiale i meteorologi militari che lavoravano nel Pacifico, cominciarono ad utilizzare nomi di donne per le tempeste. Questo metodo di denominazione ha reso la comunicazione così facile che nel 1953 è stato adottato dal Centro nazionale uragani per l’uso sulle tempeste originate nell’Oceano Atlantico. Con questo metodo i nomi degli uragani sono rientrati nel lunguaggio più comune e la consapevolezza pubblica degli stessi è aumentata drasticamente. Soltanto dal 1978 i meteorologi hanno cominciato ad assegnare agli uragani del Pacifico Nord-Orientale nomi maschili, metodologia utilizzata dall’anno successivo anche per quelle dell’Oceano Atlantico. Ogni anno veniva stilato un elenco di 21 nomi, partendo da una diversa lettera dell’alfabeto e disposti in ordine. Alla prima tempesta tropicale dell’anno veniva dato un nome che cominciasse con la lettera A, il secondo con la B, e così via seguendo l’elenco alfabetico. Durante gli anni pari, i nomi degli uomini furono attribuiti alle tempeste dispari e durante gli anni dispari, viceversa, i nomi delle donne furono attribuiti alle tempeste dispari.
Oggi, la World Meteorological Organization, ricicla gli elenchi dei nomi degli uragani atlantici, avendo sei liste riutilizzate ogni sei anni. L’unico cambiamento adottato rispetto al passato, è il pensionamento occasionale di un nome. Quando un uragano causa morti e distruzione, quel nome viene accantonato per sensibilità nei confronti della gente che ha subìto perdite importanti. Quando questo accade quindi, la World Meteorological Organization sostituisce il nome; uno degli esempi più recenti è dato proprio da Katrina, ritirato dalla lista dei nomi.
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