1721 anni di storia, di libertà e democrazia. Il 3 settembre le tradizioni prendono vita: è la festa di San Marino e dei sammarinesi, dove si rinnovano orgoglio, senso di appartenenza, in una vicinanza che supera le barriere geografiche, con residenti e comunità estere che si stringono sotto i colori della bandiera biancazzurra. E in questa giornata che celebra la lunga storia del nostro piccolo Stato, arriva il grazie del Congresso di Stato per i sacrifici fatti in questi difficili mesi funestati dalla pandemia. Come da tradizione, i Capitani Reggenti Giancarlo Venturini e Marco Nicolini, accompagnati dal corteo, raggiungono la Basilica del Santo per assistere alla Santa Messa. Un rituale, codificato dal protocollo, con i Capi di Stato che prendono posto sul trono.
Ad officiare il Vescovo di San Marino Montefeltro, Monsignor Andrea Turazzi, che nella sua omelia, facendo riferimento al bisogno di sapienza per percorrere vie in salita, guarda alle migrazioni, le cui soluzioni possono essere trovate solamente insieme, facendo appello alla coscienza internazionale. Chiede di pregare per il popolo afghano e non dimentica gli interrogativi su aborto, eutanasia e nuove frontiere sperimentali sull’uomo: “È l’essere umano che è in gioco – dice - e il rapporto -alleanza che Dio ha stabilito con lui. Solo Dio è il Signore della vita, dal suo inizio alla sua fine naturale. Considerare, discernere e agire su questi temi di società – afferma il Vescovo - è parte essenziale della fede cristiana e nostra “identità umana”. Conclusa la Santa Messa, la tradizionale processione con la Reliquia del Santo, conservata nel busto argenteo, lungo le contrade del Centro Storico fino al porticato antistante Palazzo Pubblico, dove ha luogo la benedizione con l'innalzamento della Reliquia e la sua esposizione alla Reggenza e al Popolo.